I pendolari protestano contro il “caro” treno
Consumatori sul piede di guerra per via dei continui aumenti dei biglietti ferroviari. Presentato ricorso al TAR. Intanto le Nord fanno sapere che arriveranno sconti in caso di ritardo dei treni
Dalle parole ai fatti. Il netto no, ai rincari dei biglietti dei treni, da parte dei pendolari lombardi è sfociato in un ricorso al Tar. Questa volta sembra che i consumatori facciano sul serio per ottenere la sospensione dei continui aumenti. La decisione di avviare ricorso è stata presa mercoledì scorso, al termine di un lungo incontro tra i legali, che rappresentano le varie associazioni a difesa dei consumatori. La protesta risale al dicembre del 2001, all’indomani dell’approvazione della legge sulla riorganizzazione del trasporto pubblico, che prevede l’unificazione dei prezzi dei biglietti di treni e bus. L’agitazione, inizialmente, era orientata sulla diffusione di volantini sui treni e nelle stazioni, raccolte di firme ( fino ad oggi sono circa 15.000 i consensi) ed incontri in Regione. Ora si cambia radicalmente strategia. Il ricorso verrà presentato entro il 24 maggio, termine ultimo per impugnare il provvedimento. Obiettivo della protesta è cercare di fermare gli aumenti a cui sono soggette le tariffe e di ottenere la modifica della legge sulla riorganizzazione del trasporto pubblico. A guidare la protesta, è il presidente della Federconsumatori, Giacinto Brighento, seriamente intenzionato a seguire una linea più dura per supportare la causa dei pendolari. Una decisione determinata da una serie di motivazioni. Innanzitutto si pone la contraddizione delle legge: i rincari dovevano partire subito, per poter accelerare l’integrazione tariffaria, cosa che invece è prevista solo fra 4-5 anni. Sul tavolo della discussione si pone l’attenzione anche sulla qualità dei mezzi. I maggiori incassi dovrebbero garantire un migliore servizio per gli utenti, ma è solo un’altra assurdità: gli incrementi sono insufficienti rispetto alle necessità del sistema ferroviario. Infine vi è anche il problema che grava sui criteri usati per stabilire gli aumenti. Essi non hanno nessuna relazione con l’inflazione e nessuna corrispondenza con il servizio offerto. Aumenti, quindi, ingiustificati. Rispetto al resto d’Italia, gli abbonamenti ferroviari lombardi sono i più cari, ma niente, come molti affermano, giustifica i prezzi così elevati. Qualcosa nel frattempo sembra che cominci a muoversi. Un progetto condotto dalle Regione e dalle Ferrovie Nord, prevede particolari agevolazioni e sconti ai pendolari in caso di ritardo dei treni. Il provvedimento, in via solo sperimentale, dovrebbe cominciare dai primi mesi del 2003 e interessa soltanto alcune tratte delle linee ferroviarie. Ancora da stabilire sono le modalità di risarcimento. L’ipotesi più probabile, almeno per ora, si basa sui ritardi mensili. Se i treni dovessero superare determinati livelli di ritardo, scatterebbero delle penalità. Queste penalità si traducono poi in sconti, che possono essere utilizzati per l’acquisto di successivi abbonamenti. Sembra semplice, ma in realtà le prime difficoltà tecnico – organizzative sono già affiorate. In ogni caso, tengono a precisare gli stessi promotori del progetto, i problemi saranno risolti entro la fine dell’anno. Staremo a vedere. |
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