Rissa al parco tra clandestini, le mamme insorgono

Una violenta lite tra extracomunitari si è scatenata in un giardino pubblico sabato 29 giugno intorno alle 17 e 30. Il parco, chiamato il Giardino dei Frati, situato tra piazza Unità d’Italia e via Campi, era pieno di mamme con i loro bambini. Le donne si sono subito allarmate e hanno chiamato i carabinieri che sono giunti sul posto con quattro pattuglie. I giovani, di origine algerina, sono riusciti a scappare. La lite però non è finita, ma è proseguita alla stazione delle Ferrovie Nord, dove i carabinieri hanno fermato un ragazzo di 19 anni con in mano un coltello mentre aggrediva il connazionale di 22 anni. L’aggressore è stato arrestato con l’accusa di lesioni aggravate, mentre per l’altro ragazzo è stata emessa una prognosi di una quindicina di giorni. Entrambi sono clandestini.

Le mamme presenti al parco, scosse da quanto accaduto,  hanno però deciso di non fermarsi. Giovedì mattina si recheranno dal sindaco Pierluigi Gilli per presentare una petizione sull’attuale situazione di apprensione che stanno vivendo. «Fino a poco tempo fa – dicono le mamme – quel parco era il più bello e tranquillo della città, se non l’unico. Oggi evidentemente non lo è più». Le mamme sottolineano che non si tratta del semplice episodio di sabato: «Non siamo razziste e non vogliamo sembrarlo, ma il parco non è ben vigilato. Ultimamente ci sono anche moltissimi ragazzi che vengono a fumarsi gli spinelli in pieno giorno». La petizione ha già raggiunto la quarantina di firme e giovedì mattina un gruppo di mamme chiederà al primo cittadino che si faccia qualcosa per il Giardino dei Frati: «chiediamo che sia presente dal mattino alla sera un custode fisso e che vigili e carabinieri siano più presenti».

Non è la prima volta che a Saronno si muovono i cittadini per chiedere più sicurezza e vigilanza. Durante i primi giorni di primavera, un migliaio di saronnesi firmarono una petizione in cui si chiedevano più controlli da parte delle forze dell’ordine nel centro della città. La petizione fui consegnata anche al prefetto di Varese.