Porfidio fuori da An. Così ha votato il consiglio
Il consigliere di maggioranza viene allontanato con il voto del consiglio comunale. Formerà il gruppo misto
I consiglieri comunali dell’opposizione hanno persino messo la bandiera della pace sui loro banchi della sala esagonale di Palazzo Gilardoni. Il consigliere di Rifondazione Lofano ha letto un documento contro la guerra. Ma il consiglio comunale di Busto Arsizio giovedì sera, ha avuto toni tutt’altro che miti. A riscaldare l’aula è stato ancora il caso Audio Porfidio, il consigliere ribelle della maggioranza. Una vicenda che almeno dal punto vista istituzionale sembra essere arrivata ad un epilogo. Porfidio da ieri non fa più parte del gruppo di Alleanza Nazionale. Da solo formerà il gruppo misto. Non è stata una sua scelta. Fosse stato per lui, avrebbe continuato a stare nel partito nel quale è iscritto e del quale dice di essere fedele alle linee guide.
Ma la spaccatura con il suo capogruppo Giovanni Pellegatta era ormai insanabile e anche i rapporti con il collega Muraro deteriorati. La dimostrazione è stata nello scontro acceso che ha rischiato addirittura di degenerare dalla già poco edificante rissa verbale. Alla fine ha deciso il consiglio comunale, che ha votato la dichiarazione del capogruppo di An secondo la quale «Porfidio non fa più parte del nostro gruppo e per quanto ci riguarda rappresenta sé stesso». Ma secondo il regolamento comunale Porfidio avrebbe potuto allontanarsi e non essere “cacciato”. In assenza di un articolo apposito, ha votato il consiglio comunale (si è astenuta la minoranza) e alla fine Porfidio occuperà i banchi della maggioranza come capogruppo del gruppo misto.
Ma Porfidio non ci sta e non risparmia commenti per nessuno. Per il suo ex capogruppo, per la maggioranza e per la giunta intera. «Mi vergogno di fare parte di questa maggioranza nella quale starò come opposizione – ha detto fra le altre cose – come eletto devo rappresentare gli interessi dei cittadini, se ogni volta che i cittadini mi interpellano dovessi confrontarmi con il mio capogruppo, sono sicuro che sarei messo a tacere per non urtare la suscettibilità di chi ritiene di aver già fatto tutto per ben amministrare».
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