Andreina, settant’anni di lavoro e una Stella nel cuore

Comerio – Dalla filanda alla Paul & Shark: storia di una lavoratrice nominata cavaliere al merito della Repubblica e premiata con la Stella al merito

Quando Andreina ha smesso di giocare aveva 11 anni. Era il 1922 e come lei tanti altri bambini già non sapevano più che cosa fosse la scuola.
Andreina faceva la “scopinera” nella filanda di Comerio: portava secchi di acqua bollente da versare sui bozzoli per dipanare i fili della seta. «Non mi piaceva quel lavoro – ricorda oggi – piangevo tutte le mattine ma dovevo andarci per forza: il mio papà era morto e io avevo sette fratelli da mantenere».
“I vecchi subiscon le ingiurie degli anni non sanno distinguere il vero dai sogni” canta Guccini, ma per Andreina non è così.
I nonni quando raccontano piangono spesso, ma non Andreina.
E’ lucida questa piccola, elegante donna di 92 anni, ricorda tutto, date nomi e non versa nemmeno una lacrima quando cerca di fare una sintesi della sua vita dedicata tutta, ogni giorno, al lavoro. Non un rimpianto: «Sono felice di come sono andate le cose» dice.
E se si dovesse cercare un simbolo tra i tanti per la festa della Donna (quell’8 marzo ridotto a pizze con le amiche e a spogliarelli maschili), Andreina Ossola, classe 1911 nata a Voltorre, potrebbe degnamente rappresentarlo.
Sessantotto anni di lavoro, niente marito, niente figli (anche se dal suo libretto di lavoro risultano ben cinque maternità «Quanti torti ho subìto – dice- Certe donne non sanno neppure che cosa voglia dire essere sfruttate»).
Non c’è dubbio che Andreina si sia conquistata sul campo tanto la Stella al Merito del Lavoro, 1° maggio 1981, quanto il titolo di Cavaliere al merito della Repubblica.
Dopo la filanda, la raccolta delle ciliege, poi la Snia Viscosa di Cocquio e quindi, finalmente dice lei, il Dacò di Masnago, oggi Dama.

«Ho vissuto per molti anni al Cugnolo, sopra Comerio, e da piccola andavo a scuola a piedi fino a Voltorre. Tutte le mattine un’ora di strada, anche nella neve. Quando arrivavo avevo talmente freddo che la maestra mi prendeva in braccio e mi permetteva di usare lo scaldino che teneva sulle ginocchia. Non è stata una vita facile la mia ma ho avuto molto, e credo, alla fine, di aver potuto dare anche qualcosa».
La pensano senz’altro così i suoi ultimi datori di lavoro, i proprietari della Paul & Shark che l’hanno proposta per la Stella al Merito “per essersi distinta per meriti di perizia, laboriosità, buona condotta morale e per aver contribuito alla crescita dell’azienda”. Insomma, una specie di favola: entrata come operaia alla Dacò, Andreina ne è uscita quasi cinquant’anni dopo come impiegata e qualcosa di più, consulente e amica dei titolari.
In tutta questa storia manca il principe azzurro, ma a nonna Andreina non importa: vive sola ma può contare sui nipoti, sui pronipoti. E sulla passione per le piante, soprattutto le clivie che innaffia una volta all’anno con il barbera.
Per non parlare poi dell’attività nella chiesa e negli oratori. Nella sua casa, ricca di ricordi, di litografie e disegni di Innocente Salvini, c’è anche un enorme quadro di Papa Giovanni, tutto in lana ricevuto in dono niente meno che da Ermenegildo Zegna.
«Quando sono andata in pensione – racconta ancora – ho cercato di rendermi utile ed ho dato vita a un Movimento per la Terza Età. Abbiamo fatto davvero tanto».
Un velo di tristezza cala solo quando Andreina pensa al suo Cugnolo: vorrebbe andarci a passeggio ma da quando, a 88 anni, ha smesso di guidare deve chiedere di essere accompagnata e non sempre trova qualcuno disponibile. «Molti miei amici non ci sono più e altri sono in casa di riposo.
Pazienza, meglio non pensarci. Vado in cucina a prendere una buona bottiglia di spumante. Mi fate compagnia?».

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Pubblicato il 08 Marzo 2003
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