Sparatorie, una vendetta trasversale
Un minorenne è stato arrestato in provincia di Torino. Le due sparatorie avvenute nel centro della città sarebbero collegate tra loro
È un diciassettenne il responsabile della sparatoria avvenuta a Malnate il 10 febbraio scorso. Quella sera venne ferito Domenico Rega, 39enne, anch’egli residente nella cittadina alle porte di Varese. Il ragazzo è stato arrestato a Ciriè, in provincia di Torino, su ordine di cattura emesso dal tribunale dei minori. Al momento dell’arresto aveva con sé anche un chilo di hashish. Dell’agguato si era autoaccusato, non più di quindici giorni fa, il fratello maggiore S.C., di dieci anni più grande, il quale non aveva esitato a costituirsi nelle mani dei carabinieri. L’uomo si era addossato la responsabilità per tutti gli episodi, pur di scagionare il fratello più piccolo.
L’arresto operato in provincia di Torino ha consentito di far luce anche su un’altra sparatoria avvenuta sempre a Malnate fuori da un bar, la sera del 27 gennaio, e nella quale rimase ferito alla spalla un altro giovane. I due episodi sarebbero, dunque, collegati: la squadra mobile ha infatti appurato che l’arma che ha sparato in entrambe le occasioni è la stessa (una pistola di fabbricazione jugoslava) e che il ferimento del Rega è da mettere in relazione a quella prima sparatoria. In quell’occasione, infatti, Filadelfio Vasi avrebbe avuto un diverbio all’interno di un bar di Malnate con il suo feritore, ad assistere alla scena c’è però anche Domenico Rega. Dopo alcune indagini, le forze dell’ordine fanno una perquisizione a casa del terzo fratello, R.C., estraneo alla vicenda, ma che viene tratto in arresto in quanto in possesso di un grosso quantitativo di stupefacenti. Gli inquirenti ritengono però che il caso sia tutt’altro che chiuso e che il feritore di Vasi sia ancora in libertà.
Della seconda sparatoria, quella ai danni del Rega, se ne addossa la responsabilità S.C. che, costituendosi, confessa la propria responsabilità anche per la prima. Con l’arresto del diciassettenne il quadro si chiarisce: subito dopo la prima sparatoria, si fa largo il sospetto che Rega avesse parlato con gli inquirenti della scena a cui aveva assistito al bar, portandoli in questo modo sulle tracce dei tre fratelli. E così il più piccolo avrebbe pensato bene di vendicare la presunta soffiata.
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