Varese incontra Gazzada: il carcere non si farà alla Stoppada
Il capoluogo cambia idea sull'ubicazione e chiama il sindaco Minonzio per una riunione in cui sviscerare i progetti
Varese e Gazzada si siederanno attorno a un tavolo, il 23 giugno prossimo, per discutere del nuovo carcere. L’assessore ai lavori pubblici del capoluogo, Fabio Fidanza, ha invitato il sindaco Alfonso Minonzio a discutere le ultime novità sulla destinazione della struttura. Fidanza ha annunciato che il Comune di Varese ha bocciato l’idea di realizzare il nuovo penitenziario nella zona della Stoppada, un’area verde tra Varese e Gazzada che ambientalisti e amministratori del piccolo comune ritengono un polmone verde da salvaguardare.
Secondo quanto dichiarato all’assessore ai lavori pubblici di Palazzo Estense anche la zona denominata La Villa dovrebbe essere tutelata dal cemento. Ma dove allora si andrà a costruire? Una non meglio specificata altra zona, che, assicurano a Palazzo Estense, ha il vantaggio di essere di scarso pregio.
«Il comune di Varese ci ha chiesto un incontro – commenta oggi il sindaco di Gazzada Schianno Minonzio – e noi siamo contenti di poter discutere del problema. Ufficialmente non ci è stata comunicata alcuna decisione sullo spostamento della zona destinata ad accogliere il nuovo carcere, ma il 23 giugno credo che ne discuteremo più diffusamente. Naturalmente noi non entriamo nelle questioni che competono solo al Comune di Varese, però ribadiamo che la scelta della Stoppada ci lasciava perplessi per due motivi: si distruggeva una zona verde e si andava a congestionare un’area già al collasso per la mancanza di strade. In questo modo Gazzada avrebbe pagato costi molto pesanti».
Secondo quanto ha dichiarato l’assessore varesino Fabio Fidanza i fondi per la costruzione del penitenziario starebbero per arrivare. Staremo a vedere.
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