«La nuova primavera del giornalismo» è on line

Varesenews e una manciata di altri giornali on line citati dall.’ironico (ma autorevole, suo malgrado…) “Barbiere della Sera”. Per spiegare che il giornalismo locale rinasce dalla Rete

Ma guarda un po’, se per sentire parlare della sotterranea rivoluzione on line della stampa ci voleva un quotidiano che sbeffeggia, almeno nel titolo, uno dei giornali nazionali più tradizionali. O forse doveva essere scontato il fatto che la stampa tradizionale e i giornalisti tradizionali non si occupassero della questione dei nuovi quotidiani locali: una realtà che non si trova in edicola, ma che è sempre più presente in Rete.

E’ di questa opinione infatti Mario Pagliaro, che scrive sul “Barbiere della Sera” l’articolo dal titolo “Rinasce sul Web la stampa locale italiana?”. Con una debita premessa: Il Barbiere della Sera è un quotidiano di informazione on line semiserio, fatto prevalentemente da giornalisti professionisti, con particolare attenzione all’argomento stampa, ma è molto di più e di diverso, specialmente per quel che riguarda il dibattito sulla professione. Gli articoli però, pur essendo verificati da una vera e propria redazione, vengono scritti da chiunque abbia qualcosa di intelligente da dire e si qualifichi. Tant’è, che chi ha scritto questo pezzo è un formatore manageriale del Cnr.

Pagliaro, citando la solida esperienza statunitense che vede nelle testate locali realtà assolutamente in grado di fornire scoop di livello nazionale e di mantenere alto il “tessuto vitale” della professione, sottolinea innanzitutto l’importanza del ruolo delle testate locali «Spiegava nel 2000 Franco Tatò che “la stampa locale italiana potrebbe svolgere un ruolo importantissimo nell’evoluzione del costume del nostro Paese, anche perché libera, almeno in parte, dai condizionamenti proprietari della grande stampa nazionale.
“Sorprendentemente, e con poche eccezioni, — concludeva sconsolato il manager italiano — assetata di lettori essa ha assunto a modello gli stereotipi della stampa scandalistica, con titoli a sensazione per qualsiasi fatterello…”. – spiega Pagliaro – Il degradante modello provinciale denunciato da Tatò si replicherebbe inoltre presso i network nazionali: queste cose fanno audience, la stampa e la tv commerciale vivono di pubblicità, la pubblicità si prezza secondo l’audience, e quindi… o vi piace così, oppure niente.»

Ma nel deserto “ufficiale” Pagliaro si accorge di una sempre più marcata “effervescenza” delle testate di informazione locale sul Web: «Ne parlo ad Enrico Bellavia nella sede di Palermo del quotidiano la Repubblica, chiedendogli se, come me, pensa che il Web diventerà il nuovo luogo della stampa locale italiana. “Avevamo un ragazzo validissimo qui con noi a fare il praticantato; ma se n’è andato e si è aperto un sito web dove si parla di cultura giovanile”. Gli chiedo di Claudio Fava allora, riferendomi al figlio del grandissimo cronista Pippo Fava, che prima di darsi personalmente alla politica è stato e resta un giornalista graffiante con le venature dell’autore. “Claudio si è aperto Itaca…”, mi spiega Bellavia. Dal che deduco che la mia intuizione forse coglie nel segno».

Già, il web – e Varesenews lo sa più di altri – è un grande sistema per rendere più semplice e più economica la diffusione delle notizie, e quindi la possibilità di costituire delle alternative al mercato. Solo all’inizio, però, come ben sottolinea chi scrive. «In principio, l’informazione, andando online, è adesso intrinsecamente libera e pressoché gratuita. – continua Pagliaro nel suo articolo – L’informazione gratuita, però, non garantisce l’autonomia e la libertà necessarie a fare del giornalismo un mestiere e a mandare in giro degli inviati. News2000, per dire, è gratuito ed è il primo sito di informazione in Italia. E’ utile e ben fatto. Ma scordatevi di trovare una parola sull’Enel (proprietaria del giornale). (…) Quindi, servono dei soldi. Ma non attraverso la pubblicità, perché su Internet non serve a nulla, e fuori di Internet sta così male, ormai, che sono in molti a darla per morta. Con un abbonamento a 10 euro annui invece, e con soli 3mila abbonati, un redattore intraprendente e con del talento avrà abbastanza denaro per metter su una redazione con 3 colleghi pagati e per mandarli in giro prima per la sua regione, e poi per tutto il Paese. Si chiamano micropagamenti, e funzioneranno. Poi, leggiamo che il Comune di Reggio Calabria, stanco della locale informazione ottocentesca, si è aperto il suo telegiornale sul web. Che fa migliaia ascoltatori al giorno. E’ iniziata la primavera del giornalismo italiano».

Ecco qua. Vero, per quel che è già successo, speriamo che sia vero per quello che vaticina succederà. E nella primavera del giornalismo italiano, tra i citati, Pagliaro ci mette pure Varesenews oltre a Romaone, ViviEnna, Gomarche, Press Sicilia, Sardegnaoggi.it, Salentonews, Mantova.com. Non è enorme, l’avanguardia. Ma noi ci siamo, e cresceremo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Agosto 2004
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