Perché la Chiesa chiude la trilogia di Don Giussani
Presentato dalla "Fondazione San Giacomo" l'ultima opera di Don Luigi Giussani Perché la Chiesa. L'incontro si è incentrato sul tema del rapporto uomo-Dio nella società moderna.
Di fronte ad una sala affollata e immersa in un’atmosfera quasi di sacralità, è stata presentata ieri presso il Teatro delle Arti l’ultima opera di Don Luigi Giussani. Perché la Chiesa (Rizzoli, 2003) porta a compimento la trilogia di saggi in cui l’autore ha affrontato i temi del senso religioso e della rivelazione di Gesù Cristo nel mondo.
Organizzata dalla Fondazione San Giacomo, anche per celebrare il cinquantesimo anniversario della nascita di Comunione e Liberazione, la serata godeva della collaborazione di numerosi centri culturali e opere educativi della zona dell’AltoMilanese. Oltre alla presentazione del libro, l’incontro è servito come occasione per ripercorrere le tappe più significative della vita di Don Giussani, ricordare i fondamenti dei suoi insegnamenti e riflettere sul rapporto che lega l’uomo e Dio nella nostra società.
Don Giussani, nato nel 1922 a Desio, è il fondatore quasi involontario del movimento Comunione e Liberazione, nato a Milano intorno agli anni ’50 e diffusosi ora in tutto il mondo. L’inizio di questa "avventura" è da far risalire agli anni della sua attività di insegnante presso il Liceo Classico Berchet di Milano, quando il suo obiettivo, ha spiegato il moderatore Paolo Fumagalli, era quello di "rendere presente Cristo fra i giovani". Dopo cinquant’anni questo suo desiderio non si è certo esaurito, come dimostrano i quasi venti saggi pubblicati solo fra il 1994 e il 2003, e per rinnovare ancora il suo messaggio ieri sono intervenuti due "amici", come loro stessi si sono definiti, della Fondazione, l’Avvocato Claudio Morpurgo, Vicepresidente Unione Comunità Ebraiche Italiane, e don Stefano Alberto, Docente di Introduzione alla Teologia presso l’Università Cattolica di Milano.
La loro riflessione è partita da una domanda contenuta nel libro, ovvero come un uomo possa con "ragionevole sicurezza" credere nell’esistenza di Dio ed avere fede in lui. "Anche se la mia presenza qui può sembrare strana" ha esordito Morpurgo "io la trovo perfettamente naturale, perché questa è casa mia. Ci accomuna la sensibilità nel rapporto con Dio e con noi stessi, e l’importanza del rapporto quotidiano con la fede è il vero messaggio contenuto nelle parole di Don Giussani. Lui deve essere come un maestro per tutti noi perché insegna che Dio è in ogni uomo e in ogni luogo, e questa è la verità che bisogna riscoprire. Viviamo in un periodo di deserto esistenziale, e un futuro senza Dio può solo essere più tragico".
"Leggendo il libro" ha spiegato nel suo intervento Don Stefano Alberti "si capisce che per l’autore Dio emerge fortemente come mistero, e l’unica possibilità per l’uomo moderno è di accettare questa sproporzione. L’intento di Don Giussani è proprio quello di farci ragionare sul perché siamo così distratti e superficiali a tal punto da aver ridotto la religione a un fai da te. Comunione e Liberazione non è nato per una pretesa di Don Giussani, ma per il suo desiderio di richiamare elementi del cristianesimo nella vita umana. L’uomo non può pensare di poter agire individualmente, ma deve appoggiarsi a una "roccia", e questa roccia è Dio".
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