Casti Group, altre lacrime da derby

Milano domina il confronto senza problemi (91-72). Magnano: «Ci serve un giocatore con punti nelle mani»

Non sono i 35 punti subiti in casa con Cantù, ma poco ci manca. Varese esce con le ossa rotte anche da Milano, sotto un perentorio 91-72 che non ammette repliche. Troppo forte l’Armani Jeans che, guidata da McCullough ispirato al punto giusto, manda in doppia cifra ben sette giocatori. La CastiGroup denota tutti i propri limiti offensivi: Nolan e Farabello ci hanno provato, ma in generale nessun varesino ha saputo essere un fattore decisivo. Inoltre, con un Becirovic a lungo improduttivo e l’accoppiata Meneghin – De Pol quasi inconsistente, neppure Magnano ha potuto cambiare in qualche modo l’esito del match. Magnano nel dopo partita è stato piuttosto chiaro: «Se dobbiamo intervenire sulla squadra dobbiamo cercare un giocatore con punti nelle mani».

Grande clima al glorioso PalaLido che ritrova il brivido del tutto esaurito. Fischi copiosi per l’ex McCullough cui non viene perdonato il “giro di Lombardia”. Subito due curiosità tattiche: Lardo manda Blair su Nolan e sceglie Singleton a guardia di Bowdler. Magnano invece prova a limitare lo stesso Blair con i raddoppi. Ad accendere per primo la gara è l’ex che (in parte) non ti aspetti, Gigena, a segno con due triple. Varese è soprattutto Nolan mentre l’inizio di Becirovic è del tutto negativo così Magnano lo richiama. Singleton va a quota tre falli in meno di 8’ però per la CastiGroup non ci sono altre buone notizie: l’attacco è piuttosto sterile e solo un bell’assist di Bowdler a Nolan permette di chiudere il periodo sul 19-13. Proprio Bowdler inaugura il secondo periodo con la più inattesa delle triple. Magnano dà fiato a Nolan, Calabria infila da fuori e con i liberi spinge ancora avanti la AJ. Varese questa volta punge da fuori: due bombe firmate Farabello e Becirovic e la Casti è a –3. I varesini sono rallentati da due fischi rivedibili che permettono a Milano di riallungare (32-24) con un McCullough in versione turbo. Magnano ripropone Nolan, Becirovic e Digbeu per far ripartire l’attacco, ma l’AJ ormai è in fuga anche grazie ad una serie generosa di tiri liberi accordati ai padroni di casa. Le due squadre vanno al riposo su un 43-31, meritato da Milano ma un po’ troppo ingeneroso per Varese.

Al ritorno sul parquet la musica non cambia. Varese inizialmente prova a penetrare un po’ di più nell’area meneghina ma senza grandi risultati. McCullough prosegue ad ispirare i suoi e solo un paio di centri da fuori di Becirovic e Digbeu limitano un po’ il passivo. Il francese, innervosito, è costretto a sedersi con quattro falli, a fianco di Meneghin uscito per un infortunio. A questo punto Milano dà il colpo decisivo, protagonista un Maravic fino ad oggi sull’orlo del taglio. Varese, in pratica non fa più canestro, né da fuori né in penetrazione; Nolan perde pure le staffe e la sirena del 30’ non fa altro che certificare il coma irreversibile della Casti Group, sotto di 27 (76-49).
Il buon inizio degli ospiti nel periodo conclusivo è solo un anestetico leggero; Singleton dà spettacolo, i suoi compagni non sbagliano quasi nulla mentre Nolan e soprattutto Becirovic arrotondano il tabellino a gara abbondantemente terminata. Gli ultimi minuti si colorano solo con gli sfottò incrociati tra le tifoserie che hanno rotto un lungo patto di non belligeranza. «Questa dev’essere una lezione per la nostra crescita futura – ribadisce Magnano nel dopo gara – Stiamo lavorando per capire come migliorare. Però abbiamo bisogno di punti, e la gara di oggi come quella di Coppa lo ha dimostrato». Anche De Pol cerca uno spiraglio di luce per guardare avanti con un po’ di ottimismo: «Stiamo lavorando tanto in allenamento sia sul piano tecnico per capire tutte le situazioni nuove proposte dal coach, sia su quello fisico. Abbiamo risentito un po’ anche di questo, anche se quando perdi di venti non ci sono scuse. Però questo lavoro deve fruttare più avanti».

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Pubblicato il 20 Novembre 2004
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