«La Polonia? Per noi è già un club»

L’attenzione al paese dell’Unione Industriali della Provincia di Varese, partecipante attiva nella missione, arriva da lontano: ne parla il presidente Ribolla

Tra i principali sostenitori di questa missione in Polonia c’erano senza dubbio l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e il Consorzio export-import Provex: una partecipazione attiva che arriva da lontano. La missione per loro ha infatti rappresentato semplicemente la prosecuzione di un progetto che pone al centro dell’attenzione dei nuovi promettenti mercati dell’est europeo e che già un anno fa ha portato a focalizzare un’attenzione particolare nei confronti di questo paese: «La particolare attenzione verso la Polonia – spiega il presidente dell’Unione Industriali Alberto Ribolla – dipende dal fatto che, per vari motivi di carattere economico, sociale, culturale, ci sono buone ragioni per spingere sulla strada del partenariato. Dopo una prima missione esplorativa dell’Unione Industriali di Varese nel giugno 2003, a Varsavia, è nata l’idea di creare un riferimento permanente per quelle imprese che nutrono un interesse particolare per gli scambi commerciali, la creazione di partnership o addirittura gli investimenti diretti con la Polonia. E’ nato così il Club Polonia, con lo scopo di creare un corridoio preferenziale con gli enti, le istituzioni ed i soggetti economici locali e offrire servizi e facilities a condizioni privilegiate».

La presentazione del Club è avvenuta a Varese con un convegno del giugno 2004, durante il quale c’è stato anche il primo confronto tra realtà locali e opportunità offerte dalla Polonia. Un’occasione per gli imprenditori varesini nata dalla realtà associazionistica: «Molto importante – sottolinea infatti Ribolla – è il ruolo che l’associazionismo imprenditoriale può esercitare per facilitare le imprese nell’accesso ad informazioni e contatti utili e necessari a sviluppare le loro attività economiche-commerciali e per promuovere, nei confronti degli interlocutori esteri, le eccellenze produttive che il territorio offre».

E proprio anche il Club Polonia, raggruppa le imprese che hanno già rapporti commerciali o che siano intenzionate ad esplorare quel mercato, è stato oggetto delle presentazioni fatte nel corso degli incontri della recente missione economica: ne è stata così delineata la struttura, che offre non solo informazioni di base sul mercato, ma mette a disposizione, come detto, anche servizi reali e facilities. Il Club Polonia è composto attualmente da oltre 30 imprese e, dal momento del lancio, ha già perfezionato convenzioni per il sostegno creditizio (apertura di conti presso Bank Pekao, leasing, factoring), per l’accesso alle agevolazioni agli investimenti, la consulenza legale, il recupero dei crediti, la ricerca di agenti e rappresentanti, le traduzioni e l’interpretariato, le spedizioni celeri, le informazioni commerciali, i voli e i pacchetti viaggio.

Qual è il consuntivo che emerge da questa missione economica?
«Per la Polonia, visto il difficile momento economico da cui sta uscendo, ci sono sicuramente porte aperte per gli investitori esteri, mentre per chi voglia esportare occorre studiare approfonditamente il mercato per individuare i prodotti giusti e i canali. Il Club Polonia che abbiamo costituito serve proprio a questo. La Repubblica Slovacca, attualmente meno favorita della Polonia dal punto di vista economico, ha dalla sua una gran voglia di fare. L’imprenditoria locale è molto vivace e quel mercato può essere strategico per spingersi ulteriormente verso est».

 

C’è intenzione di proseguire i contatti nel futuro? Come?
«Dopo queste prime iniziative sono previste, nella primavera 2005, nuove missioni per le imprese in alcune delle Zone Economiche Speciali della Polonia a forte caratterizzazione industriale, allo scopo di promuovere, in particolare, gli scambi tra imprese dei settori meccanico, materie plastiche, chimico, tessile-abbigliamento. Per quanto riguarda la Repubblica Slovacca, proseguiremo nei contatti con le realtà istituzionali rappresentative del made in Italy già presenti, oltre che con la locale Associazione Industriali, con le quali si è potuta constatare un’ottima predisposizione alla collaborazione, allo scopo di approfondire, settore per settore, tipologie di prodotti e servizi per i quali ci sia effettiva possibilità di business o di collaborazione produttiva».

 
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Pubblicato il 19 Novembre 2004
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