Mera e Longhi, ricordi varesini sotto il palato

Storia di una azienda che per cent’anni ha fatto felici i bambini. E consolato, con caramelle al rabarbaro e pastiglie di menta, gli anziani e i golosi…

mera e longhi fabbrica caramelle casale litta targa ditta

Chi ricorda i ginevroni? Sono delle pasticche colorate di puro zucchero: se avete un’età tra i 30 e i 50 anni, probabilmente sono state le prime caramelle che vi hanno permesso di mangiare. Si tratta di bottoncini colorati che avrete sicuramente trovato nelle vostre calze della befana, insieme – magari – a delle strane pietruzze, del tutto simili al ghiaietto di granito e in realtà caramelle finissime. Magari, Diventando grandi, vi siete poi appassionati alle caramelle al rabarbaro, cercando dappertutto quelle quadrate, una volta le uniche in circolazione e poi rimaste decisamente le migliori per il loro gusto così puramente amaro.

Tutti questi ricordi sono rigorosamente “made in Varese”: queste caramelle sono infatti prodotte dalla Mera e Longhi, una azienda ormai più che centenaria, nata alla fine dell’ottocento in via san Martino a Varese e che ora ha sede a Casale Litta.

«L’attività l’ha cominciata il mio bisnonno, aprendo nel 1896 in via San Martino una pasticceria, con dietro un laboratorio dove in cortile facevano le caramelle a mano – spiega Emilio Mera, rappresentante della quarta generazione della famiglia al timone dell’azienda – Nel 1920, poichè la dimensione  del laboratorio non era più proporzionata alla produzione , è stato realizzato dal nipote di Longhi (l’altra famiglia socia, di cui resta ancora il nome nel marchio malgrado si sia estinta, ndr) e dalla nostra famiglia lo stabilimento in via Maspero, sempre a Varese ma in una posizione un poco più decentrata. In quella sede c’erano ben 100 dipendenti: molte caramelle si “impastavano” soprattutto a mano che le donne incartavano a mano. Lì hanno cominciato a produrre anche confetti di cioccolato e liquirizie con la gomma arabica, prima con metodi manuali: le prime incartatrici a macchina sono del 1950. E la guerra non ha fermato la produzione, anche se si lavorava con prodotti autarchici e uno dei nostri camion è stato pure bombardato a Mortara».

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Emilio Mera

La Mera e Longhi, prima produttrice di caramelle e cioccolatini, ha avuto due svolte nella sua vita industriale: «Il primo grande cambiamento nella produzione è stato l’abbandono del cioccolato. – spiega Mera – noi realizzavamo da alcuni anni i cioccolatini, e non ci venivano neanche male: ma con l’arrivo della Lindt noi abbiamo venduto i macchinari per il cioccolato e loro hanno abbandonato la produzione di caramelle. La seconda grande svolta è stata tra gli anni 60 e gli anni 70, quando scoppiò il problema dei coloranti tossici, che aveva reso assolutamente diffidenti le persone nei confronti dei dolcini colorati: malgrado la crisi che colpiva le caramelle mio nonno non si diede per vinto e gli venne in mente di convertirsi alle caramelle benefiche: fece così degli studi sulle erbe aromatiche e medicinali»

Grazie a questi studi il nonno inventò alcune ricette famose ancora ora: si tratta principalmente di caramelle digestive o adatte per l’alito come quella alla “salvia e limone” o al ginepro. Ma il loro pezzo forte, da ormai più di 40anni, è la caramella al rabarbaro, il “rabarbarone” dalla tipica forma quadrata che ha avuto e ancora ha un seguito di veri e propri appassionati. «L’idea della caramella digestiva al Rabarbaro è venuta a Montecatini, mentre mio padre, il suo socio e il nostro rappresentante per la Toscana bevevano l’acqua termale. Cercavano una caramella davvero digestiva, che da quelle parti è molto richiesta: lì hanno pensato alla caramella al rabarbaro». La Toscana continua ad essere ancora ora la regione che più fa uso delle caramelle Mera e Longhi, che oltre ad essere vendute nei locali si trovano anche in erboristerie e farmacie: «E’ curioso, là il nostro nome è più famoso che qui». In quella regione infatti ancora ora le caramelle della Mera e Longhi sono il più dolce antidoto ai lauti pasti che si consumano lì.

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Luigi Mera

Da noi invece le caramelle Mera e Longhi rappresentano i ricordi e ora fanno la felicità degli adulti prima ancora che quella dei bambini: le loro caramelle infatti non sono solo quelle al rabarbaro, ma anche una quantità di “sfuse” che rappresentano la giovinezza di chi ha dai 30 agli 80 anni. Oltre ai ginevroni – i bottoni colorati di zucchero puro che hanno il loro corrispettivo mini nei ginevrini – e alla stranissima “ghiaia”, sono un loro marchio anche le “London menta”, pasticche bianche e tonde di menta zuccherata e tra la loro produzione si annovera anche una grande quantità di gelées, vendute spesso nelle pasticcerie non con il loro marchio. «A Roma vendiamo moltissima di roba “nuda”» ci spiega il padre Lino, in azienda dal 1954, da quando cioè aveva 18 anni. «Lì ci sono molte drogherie e Caffè che vendono caramelle».

Il totale delle “referenze”,cioè i loro prodotti a catalogo, è di ben 200 pezzi: Mera e Longhi è una azienda che tiene saldamente la sua posizione nel mercato dolciario. Ma che però ora non è più in città: dal 1984 si sono trasferiti a Casale Litta, e ora gran parte della produzione è trasferita in provincia di Cremona. Ma qui resta testa, base logistica e commerciale, e i brevetti. La caramella al rabarbaro è infatti brevettata, essendo in realtà realizzata con un misto di erbe amare, come pure altre ricette. Da qui è nata anche l’idea del liquore “Rabarbarone”, derivato alcolico della caramella.

«Tutte ricette “varesine”, come ci piacerebbe che i varesini continuassero a ricordare – ama precisare Emilio Mera, che tra l’altro è uno dei primi laureati in economia all’università dell’Insubria –Per noi la Toscana la nostra seconda patria: lì ci conoscono tutti. Vendiamo a Roma, ci scrivono da Genova. Ma ci teniamo a ricordare, e speriamo che lo facciano anche i varesini, quanto varesine siano queste ricette»

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Novembre 2004
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