Samadhi, quattro piccole storie per un grande progetto
Un piccolo cofanetto e quattro libricini. Un progetto che vuole raccontare la bellezza della vita
Se entrate in una libreria e vedete un piccolo cofanetto di colore giallo che vi invita ad ascoltare una storia, fermatevi ed ascoltate. Non c’è trucco e non c’è inganno, perché per raccontare una storia non c’è bisogno di confezioni sbarluscicanti o di faraoniche edizioni. Il progetto “Samadhi piccole storie” ha scelto la via di “Lilliput” per raccontare la vita: un piccolo cofanetto, quattro libri e una proposta al lettore. Samadhi, infatti, invita a raccontare, l’importante è che la storia non sia più lunga di undicimila caratteri (spazi compresi).
È dunque qualcosa di più di un libro: è un progetto curatissimo nei particolari (che quando sono piccoli diventano molto impegnativi) e nella sostanza. (foto: Daniele Oldani)
Le quattro storie raccontate, diversissime per stile, ritmo e contenuto, hanno un solo elemento in comune: la volontà di dare compiutezza al proprio destino. “Indro dei giornali”, “Il principe”, “L’Andrea” e “Senza giudizio” sono storie che partono dalla consapevolezza che lo stare al mondo ha un senso in ogni cosa che facciamo e che subiamo, nel bene e nel male, nel corso della nostra esistenza. Sono frammenti di vita che riguardano ognuno di noi, perché hanno a che fare con i sogni, le aspirazioni, le vendette e le coincidenze che non ti sai spiegare, ma che ti fanno sentire dannatamente vivo anche se ti parlano della morte. È la vita di tutti i giorni, quella meno visibile, ma che aggroviglia i pensieri e scatena le emozioni: l’immagine di una donna, il desiderio di essere in prima fila e protagonista degli eventi, il ricordo e il rimpianto della rabbia giovanile, l’incontro casuale e determinante, come puo’ accadere durante una vacanza in una terra lontana.
Gli autori di queste storie sono tre speaker della Radio svizzera, Daniele Oldani, Giulio M. Cuni Berzi, Feo Del Maffeo, e la free lance Laura Di Terlizzi. Alla fine di ogni racconto ciascuno di loro cita la frase di un personaggio celebre: Osho, Montanelli, Byatt e un santo dell’Himalaya, non meglio identificato.
Un rito beneaugurante, perché non c’è nulla di più azzeccato che trasmettere una storia al lettore con il pensiero di chi la Storia l’ha fatta.
Il progetto sarà presentato mercoledì 8 dicembre all’associazione il Cavedio di Varese durante l’incontro "La giornata più lunga del corto…"
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