Un corso perchè non ci siano più stranieri in tribunale

Parte un corso per fornire nozioni di legge italiana agli stranieri che si offrono di tradurre ai propri connazionali nelle cause giudiziarie: una nuova professionalità che nasce con l’aiuto volontario di Avvocati e Magistrati

L’Assessorato al Lavoro e l’Agenzia Formativa della Provincia di Varese hanno dato vita ad un nuovo corso sperimentale che ha lo scopo di formare interpreti, più precisamente mediatori linguistici di supporto alla attività giudiziaria. La presenza nel territorio provinciale di persone di nazionalità differenti ha infatti messo in evidenza la necessità di individuare nuovi meccanismi di comunicazione: Il problema è particolarmente sentito sul versante dell’amministrazione della giustizia, dove è necessario far comprendere procedure, meccanismi, atti e implicazioni a persone che, oltre a non conoscere perfettamente la lingua italiana, non conoscono il nostro sistema giudiziario.

Per sopperire alla mancanza di risorse su questo fronte fino ad oggi le istituzioni giudiziarie hanno utilizzato misure “tampone”,  facendosi aiutare da cittadini stranieri con buona padronanza della lingua italiana: ad essi però mancava una sufficiente conoscenza della terminologia tecnica e giudiziaria del nostro paese.

Con il progetto che è stato avviato – che si avvale, sin dalle fasi di progettazione, della collaborazione di alcuni magistrati e avvocati di Varese e Busto che hanno aderito all’iniziativa da volontari e perciò a titolo gratuito – l’intenzione è proprio quella di formare traduttori madrelingua specializzati in questo settore: «Con questa iniziativa abbiamo un duplice l’obiettivo –  Ha dichiarato Andrea Pellicini, assessore al Lavoro – da un lato rispondere alla sollecitazione del sistema varesino di amministrazione della giustizia, che richiede specifici strumenti di supporto e, dall’altro, valorizzare le competenze specifiche dei cittadini extracomunitari. Tra le persone che decidono di trasferirsi nel nostro paese, ci sono infatti uomini e donne con cultura e titoli di studio anche elevati, che possono costituire una risorsa per le nostre istituzioni».

Il corso ideato dalla Provincia è rivolto a 10 persone di lingua araba, spagnola, albanese o rumena, di età compresa tra i 25 e i 35 anni, che siano in Italia da tempo e abbiano una buona conoscenza della lingua italiana e un livello di scolarità almeno equivalente al diploma di scuola media superiore, preferibilmente con qualche esperienza di interpretariato.

Per queste persone il corso riserverà 40 ore di formazione durante le quali, con il supporto di un mediatore culturale e di un tutor potranno apprendere le linee generali che caratterizzano il nostro ordinamento giudiziario, il procedimento penale, il processo penale e civile e la normativa relativa agli stranieri. Il corso prevede inoltre la produzione di alcuni documenti di utilità pratica (come il glossario, esempi di atti tradotti, etc..) che possano poi essere resi disponibili, creando così degli strumenti di conoscenza permanenti.

«Abbiamo accolto con particolare interesse questo tipo di proposta, che risponde ad un reale bisogno del territorio – ha affermato Luca Marsico, Presidente dell’Agenzia Formativa – Crediamo inoltre che una proposta così innovativa possa trovare dei positivi riscontri anche in altre province italiane e, in quest’ottica, la Provincia valuterà i risultati al termine dell’esperienza con l’obiettivo di presentarli al Ministero di Grazia e Giustizia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Novembre 2004
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