Una grande Pfm fa rivivere De Andrè

Grande prova live al teatro Apollonio per Di Cioccio e compagni

Doppio concerto in una sola serata, per due ore e mezza di grande musica. La Pfm sbanca Varese, conquistandosi l’affetto e la simpatia di un pubblico caloroso, che per l’occasione ha riempito il teatro Apollonio. Prima con un appassionato tributo a Fabrizio De Andrè, nel 25° anniversario del grande concerto che ha visto la band ed il cantautore genovese esibirsi assieme dal vivo per la prima volta. Dopo liberando tutta la loro potenza live, fatta di brani quasi interamente strumentali che partendo dal rock spaziano in tutti gli angoli dell’universo musicale.

Il concerto è leggermente in ritardo, i fans impazienti richiamano a gran voce Di Cioccio e soci sul palco. Quando la band sale sul palco scatta l’ovazione, lunghi applausi accolgono la sempreverde Pfm. L’inizio è da brividi, si apre con Bocca di rosa immediatamente seguita da La guerra di Piero, Un giudice, Giugno ’73, ed Il Testamento di Tito una in fila all’altra. Tutti i brani hanno una forte impronte musicale, cavallo di battaglia della Pfm. Nella giostra di suoni e luci dal palco a risentirne è però la voce, che arriva debole e confusa (almeno in seconda galleria, dove gli organizzatori della serata hanno relegato la stampa). Una scelta consapevole forse, dato che come ammette all’inizio lo stesso Franz Di Cioccio «la nostra voce non è quella di Fabrizio». Non a caso sono i pezzi maggiormente strumentali, come Volta la carta o la quasi incomprensibile Zirichiltaggia, a trascinare ed emozionare il pubblico, piuttosto che una Canzone di Marinella troppo piatta ed asciutta per incantare.

L’omaggio a De Andrè dura poco più di un’ora, una decina di pezzi rigorosamente scelti dalla scaletta dello storico concerto del ‘79. Sulle sognanti note della Pfm il concerto scivola via veloce e leggero, fino al gran finale con il ritorno a De Andrè: una versione "da stadio" de Il pescatore. Quando la band sparisce dietro le quinte si ripete la scena iniziale, con il pubblico in delirio che la richiama a viva voce sul palco. La band non si tira indietro e regala alla folla varesina l’inossidabile Impressioni di settembre, forse l’unica vera grande Canzone della Pfm, cantata da Franco Mussida. Il finale è un tripudio di applausi che sfociano in una standing ovation, mentre un ispiratissimo Di Cioccio gioca col pubblico e gli strumenti come fanno solo le grandi rock star americane

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Pubblicato il 30 Novembre 2004
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