Cattedrali e società di mutuo soccorso

Alla base v’è il surplus agricolo. Verso l’8500 A.C. nella cosiddetta Mezzaluna Fertile (un territorio appunto a forma di mezzaluna nel Vicino Oriente) vennero domesticate le prime piante che danno frutti commestibili (grano, piselli, olivo) e i primi animali (pecore, capre). Queste pratiche si diffusero, molto lentamente, verso ovest e in Europa centrale e occidentale l’agricoltura iniziò tra il 6000 e il 3500 A.C.. L’uomo cessò di essere cacciatore e raccoglitore per diventare agricoltore e cominciò a produrre di più di quanto necessitasse per sé e per la sua famiglia. Questo surplus permise il formarsi di classi sociali: re, burocrati, guerrieri, sacerdoti che traevano sostentamento dai prelievi di imposte. Si formarono ricchezze in capo ad alcune persone, che poterono realizzare costose e grandi costruzioni per il loro prestigio e per il loro piacere: piramidi, templi, mausolei, palazzi, ville, terme, teatri.
Ma le motivazioni di queste grandi opere non erano solo ricerca di prestigio o di piacere. V’erano necessità di spostamento (ponti e strade), di sussistenza (acquedotti) di difesa (castelli, muraglie, contrafforti). E infine necessità spirituali, con diverse sfaccettature, che trovano la loro massima espressione nella costruzione delle cattedrali medievali.
Queste erano veramente opere titaniche, grattacieli di Dio, secondo una definizione dell’architetto Le Corbusier.
Erano l’opera non del vescovo o del principe, ma di tutta la città. V’erano lasciti, contribuzioni, donazioni da parte di tutti gli abitanti. V’era emulazione suscitata dal confronto con cattedrali di altre città. Erano costruite da squadre di operai, capomastri, scultori, architetti, artisti e organizzatori, che si erano specializzati in queste opere e portavano nelle varie città un clima di eclettismo e di esperienza di genti e luoghi diversi. Secondo il sociologo Domenico De Masi l’invenzione del purgatorio rese possibile un’accumulazione di capitali da parte della Chiesa che contribuì significativamente al finanziamento di queste colossali opere (come pure delle Crociate). Il Purgatorio rendeva più articolato il destino ultraterreno, apriva il campo alla contrattazione. Era possibile scampare alla dannazione eterna se si aveva peccato, ed era possibile ridurre il tempo della pena in attesa dell’accesso al Paradiso. Era possibile che parenti, addolorati per la morte di una caro, gli rendessero più breve e sopportabile la pena, come era possibile ottenere lo stesso risultato nei confronti di se stesso. Pagando, s’intende. E permettendo così la costruzione di cattedrali. E quanto è bello il risultato, e quanta gratitudine dobbiamo provare! La pena passa, ma l’opera resta, a inestinguibile soddisfazione spirituale, o solo estetica, dei posteri.
E’ quindi successo che ogni abitante venisse privato di una parte di ricchezza, involontariamente con le imposte o volontariamente con donazioni, per compiere opere che avrebbero arricchito le generazioni future.
E vorrei rendere onore anche a motivazioni per opere più modeste, ma spiritualmente valide. A Brusimpiano, paese dove risiedo, v’è una costruzione (né bella né brutta, per la verità), la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso. V’è una targa di marmo che allude a sensibilità, generosità, spirito illuminato che dovremmo sempre prendere ad esempio:
“A Francesco Battaglia, capomastro, nel 50° anniversario di costruzione. Con semplicità donò, diresse e portò a termine, con altri collaboratori, questo edificio per il progresso e l’elevazione della classe operaia. La Società di Mutuo Soccorso, Febbraio 1958”.
Il maggior benefattore fu infatti Francesco Battaglia, che donò gran parte della somma occorrente alla costruzione. Ma i primi soldi erano stati inviati già nel 1907 da trentuno brusimpianesi che si trovavano a Zurigo per lavoro. E tutto questo per il progresso e l’elevazione della classe operaia, non per abbreviare la futura permanenza in Purgatorio.

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Pubblicato il 07 Maggio 2005
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