Laboratorio, un fiore all’occhiello da salvaguardare

A marzo il reparto rischiava il collasso, ora sta raggiungendo risultati eccellenti

A marzo veniva annunciato al collasso il laboratorio, per qualità e quantità dei servizi erogati, una delle travi portanti dell’ospedale. 
Ci fu allarme, in realtà al titolo birichino dell’articolo non corrispondeva una situazione tanto drammatica, però i problemi non mancavano. Come non mancano oggi e tuttavia da parte di chi a qualsiasi livello lavora nella struttura  continua a esserci quell’impegno che ogni giorno soddisfa pienamente le esigenze di centinaia e centinaia di cittadini e che ha fatto conquistare all’ospedale posizioni di prestigio.

Per la qualità di Chimica, diretta dal professor De Luca e di Microbiologia, diretta dal professor Toniolo, il  laboratorio del “Circolo” è affidabilissimo  riferimento in Lombardia; per alcune attività di Microbiologia Varese è addirittura nelle prime posizioni della classifica nazionale.
C’è anche l’orgoglio di far parte di una squadra vincente a stimolare tutti e questo orgoglio probabilmente lo sentono anche i tecnici dell’amministrazione della sanità, i burocrati e i politici, ma ogni tanto la loro azione dovrebbe essere più incisiva allo scopo di difendere il laboratorio da qualsiasi forma di logorio: restare in vetta è più difficile che arrivarci.

I responsabili dell’azienda ospedaliera non sono rimasti con le braccia incrociate, hanno accolto richieste che riguardavano la scarsità del personale, alcune complessità delle prestazioni, la necessità di conferire migliore qualità all’accoglienza dei pazienti e alle condizioni di lavoro dei dipendenti, resta il fatto che in materia di ottimizzazione dei servizi erogati e di organici  è possibile anzi doveroso fare progressi.
A un anno dall’inaugurazione del nuovo ospedale, quindi con la prospettiva di un trasloco, c’è molto buon senso nel non radicalizzare i problemi e nell’avere attenzione a non scalfire la grande fiducia dei cittadini  nei confronti della struttura, rimane comunque la realtà di un impegno quotidiano del quale   l’opinione pubblica probabilmente non  ha completa informazione.

Avendo esteso la sua attività a un vasto territorio, il laboratorio dell’
ospedale ogni giorno si fa carico di elaborare le analisi legate ai prelievi fatti a circa 800 pazienti esterni; ed è ancora più importante il  numero di prelievi e analisi per i ricoverati.
I prelievi  giornalieri ad Azzate, Malnate, Arcisate, Viggiù, Varese via Monte Rosa sono mediamente 500, ai quali si aggiungono i  250-300 fatti all’ospedale, dove il laboratorio è aperto anche al sabato mattina. L’apertura del servizio al territorio ha comportato una lieve diminuzione dell’attività al Circolo, ma una formidabile espansione in periferia: sono dunque legittime  tutela, richieste e aspettative di chi lavora in laboratorio. La direzione generale indubbiamente deve anche tenere conto degli investimenti che verranno fatti per il nuovo laboratorio, ma non sono soldi buttati quelli che devono essere spesi per rafforzare la squadra.
 
E dove verrà collocato il nuovo laboratorio? Sembrano infatti angusti gli spazi previsti dal progetto, tempo fa si era parlato di una sistemazione nel vecchio padiglione centrale. Sarebbe una soluzione ottimale data la vicinanza con il nuovo monoblocco e soprattutto perché si terrebbe ben separato il grande flusso di persone che ogni giorno vanno a fare gli esami o ritirano gli esiti.
Dagli stessi vertici ospedalieri era stata indicata questa possibilità.
Il grande silenzio dopo  le elezioni, un silenzio che  avvolge anche altre delicate questioni come la nomina di una dozzina di primari, sembra debba durare fino al termine dell’estate. Ma non si può escludere una improvvisa ripresa dell’attività. Intanto al Pirellone  il nuovo assessore alla sanità,  il lumbard Cé, non fa passare una pratica se non l’ha vista. È un eccellente biglietto di presentazione. Che rassicura tutto l’apparato della sanità regionale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Giugno 2005
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