«Così ho messo insieme Aldo, Giovanni e Giacomo»

Intervista con Maurizio Castiglioni, direttore artistico del "Caffé teatro" di Verghera, talent scout dal fiuto infallibile

Per i comici e gli amanti del cabaret è una sorta di “mecca”, una tappa obbligata sul percorso che porta al successo. Sono passati vent’anni da quando un gruppo di appassionati samaratesi, tra i quali l’attuale sindaco Vittorio Solanti e l’assessore Emilio Paccioretti, decise di dare alla città un luogo dove coniugare cultura e divertimento: nacque così il Caffè Teatro di Verghera, destinato a diventare una delle culle del cabaret italiano. Protagonista indiscusso di questo ventennale successo è il direttore artistico Maurizio Castiglioni (nella foto il primo da sinistra; tra gli altri, primo da destra Giacomo Poretti, del famoso trio Aldo Giovanni e Giacomo), talent scout per vocazione, che pochi mesi dopo l’apertura del locale ne ha preso in mano le redini, portando a Verghera più di 400 artisti, tra i quali i nomi più noti della comicità italiana. Da poco il locale ha festeggiato il ventesimo compleanno, con una serie di serate che hanno portato a Samarate i suoi “figli” più illustri: Sergio Sgrilli, Aldo, Giovanni e Giacomo, Flavio Oreglio, Natalino Balasso, Rocco Barbaro, Ale & Franz e tanti altri.

 
«Ho cominciato per caso – spiega Castiglioni -, volevo provare a gestire un locale dove lo spettacolo fosse protagonista. All’inizio il mio obiettivo era promuovere la musica, il jazz in particolare. Mi sono appassionato al cabaret più tardi, alternato a serate di vario tipo. Il primissimo spettacolo messo in scena è stato quello di Gianni Palladino, comico del gruppo dei Comedians del Teatro dell’Elfo di Milano. Il primo successo è stato invece quello di Giacomo Poretti e Marina Massironi, allora compagni anche nella vita, che si presentavano come il duo “Hansel & Strudel”: era il 1986».

 
In venti anni i successi sono stati tanti: qual è il ricordo più bello e quali gli artisti che hanno lasciato un’impronta nella storia del locale?

«Senza dubbio l’aver “consigliato” ad Aldo e Giovanni di mettersi insieme a Giacomo per formare il trio che ha poi ottenuto tanto successo negli anni seguenti è una delle soddisfazioni più grandi della mia carriera. I personaggi che hanno calcato il palco di Verghera sono tantissimi: abbiamo per esempio aiutato Ale & Franz a crescere nel laboratorio di Natalino Balasso, il Balasciò. Claudio Bisio faceva parte del gruppo dei Comedians, con Silvio Orlando, Bebo Storti, Antonio Catania, Gigio Alberti, Renato Sarti e Paolo Rossi, poi veniva a provare nel nostro locale: si diceva che il Caffè Teatro portasse bene per chi si esibiva e per chi ci provava. Poi ancora Antonio Albanese, che ha messo in scena per la prima volta qui, in versione integrale, “L’uomo”. E Rocco Barbaro, che prima si è esibito e poi ha sposato una delle ragazze che lavorava al Caffè Teatro e ora vive a Samarate. Il 1998 fu poi un grande anno per il laboratorio, con  Ale & Franz , Flavio Oreglio, Leonardo Manera, Rocco Barbaro. In pratica il nucleo storico di Zelig è passato prima  dal Caffè Teatro».

Che tipo di pubblico frequenta il Caffè Teatro?

«È un pubblico di appassionati. Il rapporto con la gente che si instaura qui è unico, c’è grande fiducia nell’attore e l’attore sa che chi guarda è un intenditore e dà il meglio di sé. Il pubblico è uno dei valori che hanno fatto grande il Caffè Teatro».

Come è cambiato il cabaret con l’avvento degli spettacoli televisivi come Zelig Circus, Colorado Cafè e Buldozzer?

«È cambiato lo stile. Prima il comico si preparava per mesi, metteva da parte materiale che provava e riprovava prima di portarlo in scena e provare a sfondare. Oggi la televisione spinge il cabarettista a ricercare il tormentone, la battuta facile, il meccanismo stupido. Indubbiamente la televisione non aiuta la qualità del cabaret: si stava senza dubbio meglio prima in questo senso. D’altra parte è più facile per il comico sfondare, visto che praticamente non si fa più gavetta».

Tra i suoi ruoli c’è quello di talent scout: come si scopre un nuovo talento?

«Un tempo andavo in giro per i locali italiani a vedere di persona i vari comici per poi scegliere i migliori da portare a Verghera. Oggi ho più impegni, faccio anche il manager di alcuni artisti. Sono gli stessi cabarettisti che si propongono, o i comici già affermati che mi consigliano i loro colleghi meno conosciuti: è il vantaggio di avere vent’anni di successi alle spalle».

 C’è qualche nome che sfonderà nel prossimo futuro?

«Il gruppo di lavoro del laboratorio di quest’anno è molto valido, composto dai finalisti del premio “Bravo Grazie”. Un comico che ha qualità è Urbano Moffa, cabarettista locale. Un altro che avrà successo è Nando Timoteo».

In attesa di scoprire i prossimi Aldo, Giovanni e Giacomo, Maurizio Castiglioni si può godere questi primi venti anni di successi. Tra applausi e risate. Sipario.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Luglio 2005
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