Cresce la siccità: più deserti e meno pane
Il fenomeno delle carestie dovute alla siccità sta diventando pericolosamente costante: la denuncia di Wulf Killman al G8
Un paese su sei nel mondo nel 2005 affronterà delle carestie dovute a lunghi periodi di siccità: il dato preoccupante rappresenta, in realtà, quello che potrebbe diventare un triste standard. Secondo la denuncia lanciata in questi giorni da Wulf Killman, presidente del gruppo di monitoraggio del clima allestito dalla Fao, infatti, non solo la situazione è drammatica, ma sembra ormai che non derivi dal caso. Molte siccità, infatti, si presentano già con intervalli regolari, secondo uno schema ben preciso. Questo è indice di un cambiamento del clima effettivo e irreversibile.
Ovviamente il continente più in difficoltà è quello africano, con paesi che versano in gravi condizioni come Etiopia, Zimbabwe, Malawi, Eritrea e Zambia. Molti di questi stati hanno realizzato ogni anno nuovi record di temperatura, affrontando siccità totali per almeno tre o quattro volte negli ultimi 10 anni. Ma, come sappiamo, la Natura non fa distinzione tra ricchi e poveri. L’emergenza caldo, infatti, si fa sentire anche su tutto l’arco mediterraneo. Secondo il docente dell’Università della Basilicata Giovanni Quaranta, infatti, i dati ricavati in questi ultimi 20 anni indicano chiaramente un’accelerazione del processo di desertificazione. Anche il nostro paese, come sappiamo, deve affrontare alcuni problemi legati all’emergenza caldo, ma in Europa ne hanno sofferto particolarmente Spagna e Portogallo. Già alcune coltivazioni di questi paesi, infatti, sono fallite proprio per la temperatura eccessiva, ed è stato necessario ricorrere ai fondi di emergenza dell’UE.
Come abbiamo accennato, e come ha denunciato sempre Wulf Killmann, il riscaldamento del pianeta, oltre a non consentire uno sviluppo adeguato dell’agricoltura, accresce anche le porzioni di deserto. Secondo una recente ricerca di Nature, infatti, se questo trend mom si interromperà nei prossimi anni, il deserto del Kalahari potrebbe espandersi pesantemente. Questo perché se la sua scarsa vegetazione morisse, la sabbia che ne compone le dune si libererebbe molto più facilmente al vento, diffondendosi su territori più ampi. Lo scenario descritto vede un 2099 con Botswana, Angola, Zimbabwe e Zambia letteralmente sommersi dalla sabbia come, d’altronde, è già accaduto 4.000 anni fa.
In particolare le emergenze più forti sembrano riguardare il Malawi, dove il governo ha richiesto alle Nazioni Unite 430mila tonnellate di mais per sopperire alla seconda carestia negli ultimi tre anni. Già nel 2003, infatti, la mancanza di piogge provocò una carenza di cibo tale da comportare la morte di migliaia di persone. In Zimbabwe, poi, i problemi della siccità rischiano di intrecciarsi a quelli di una difficile situazione politica, lasciando il paese ad una carestia senza controllo. Solo oggi, infatti, 4 milioni di persone denutrite non godono di alcuna assistenza.
L’allarme lanciato da Wulf Kilmann dovrà essere accolto al summit del G8 previsto a Gleeneagles per il 6 luglio. Come sappiamo l’evento avrà una visibilità pressoché totale, dato che sarà accompagnato dal Live 8, una serie di concerti e manifestazioni per la cancellazione del debito nel terzo mondo. Il Live 8 è promosso dal gruppo internazionale "No Excuse" che ha, tra i suoi obbiettivi, la pressione su provvedimenti contro la siccità e la fame nel mondo.
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