Global Progressive Forum: un altro Governo del mondo è possibile
Partita la due giorni di riflessione internazionale, con Prodi Fassino e la vicepresidente europea Wallstrom
La pioggia battente non ha frenato la voglia di partecipazione di chi ha assisito alla prima giornata del Global Progressive Forum, la due giorni di discussione sui grandi temi mondiali che è cominciato nella mattina del 9 settembre a Milano, nell’ambito della Festa Nazionale de l’Unità.
Erano già centinaia gli iscritti alla prima sessione plenaria – e parecchi pure di gran peso specifico come D’Alema, Petruccioli o Veltroni – prevista per le nove e mezza di questa mattina, che ha visto protagonisti alcuni dei principali attori della politica internazionale su alcuni grandi temi di importanza planetaria, partendo dal concetto nuovo della "globalizzazione", sotto l’egida dell’ideatore e presidente di questo forum, Poul Nyroup Rasmussen, presidente del partito socialista europeo : «La parola globalizzazione è entrata nel lessico quotidiano recentissimamente – ha sottolineato infatti Piero Fassino, uno dei primi a salire sul palco del Global comunnication forum – solo 5 anni fa il computer la segnalava come errata. ma è rapidamente diventata quotidiana perché la globalizzazione è entrata prepotentemente nella nostra vita: basta pensare al terrorismo internazionale, una strategia globale che prevede soluzioni globali o alla Cina, icona della globalizzazione economica per il suo altissimo tasso di competitività e concorrenza o all’Africa, che richiama il mondo alla responsabilità globale sui temi della povertà. La globalizzazione non è buona o cattiva in sé, ma è buona o cattiva per il modo in cui si esprime».
Una globalizzazione che ha già mostrato mille volti, come ha provato a ricordare Margot Wallstrom, vicepresidente della commissione Europea «Si sono fatti tanti protocolli per risolvere problemi come l’Aids, ma questi protocolli non sono mai diventati realtà, non è stato fatto ancora niente mentre 2 milioni di persone muoiono ancora di aids, soprattutto in Africa. Allo stesso tempo, grazie ai movimenti economici globali, milioni di persone in Asia e in America latina hanno sempre maggiori speranze di miglioramento della propria vita. Ma allora la globalizzazione è buona o cattiva? la verità è che questa situaizone dà fantastiche opportunità ma anche sfide enormi».
Sfide che non si risolvono nell’ambito ecoomico e che non hanno ancora un interlocutore serio: «La sempre maggiore interdipendenza nelle situazioni economiche e sociali limita ed è limitata dagli Stati nazionali: per questo ora abbiamo bisogno di globalizzare la governance. Abbiamo bisogno di una nuova governance globale per risolvere temi come la crimnalità internazionale, o l’inquinamento dell’acqua temi che superano le frontiere nazionali e le cui risposte politiche devono essere comuni».
A tracciare lo scenario della "governance possibile" è invece Romano Prodi, che di fronte a queste richieste risponde: «Dobbiamo fare sì che il mondo che nasce da questi cambiamenti sia un mondo di equilibri, multilaterale, senza un paese che detta la legge e gli altri che obbediscono perchè in una situazione simile le risorse economiche finiscono per essere destinate sempre e solo a difesa ed armamenti. Un esempio di questo modo mutlilaterale di essere già c’è: l’Europa, che è cresciuta armonizzando diversi valori, obiettivi, mentalità. E nei campi dove ha elaburato un’unità secondo questi molteplici valori, ora conta davvero. Per questo bisogna riprendere il cammino della Costituzione europea, che i referendum hanno bloccato: senza di essa manca la nostra parola unitaria sui valori, importante per avere una voce politica forte».
Il forum di quest’anno – la seconda edizione dopo quella di Bruxelles nel 2003 – è dedicato all’Africa che, come spiega Prodi «E’ un continente sulle spalle dell’Europa. Non dobbiamo raccontarci bugie non è un impegno che si diffonde ugualmente su tutti i continenti, quello relativo all’Africa. È nostro compito, è nostro punto di riferimento: e’ la nostra priorità, se vogliamo davvero che si riprenda. Stando attenti a non attuare politiche contraddittorie: cioè dire "vogliamo aiutare l’Africa" e giocare allo stesso tempo l’uno contro l’altro con politiche separate».
L’argomento Africa è stato affrontato subito dopo nella seconda sessione plenaria. ma la giornata del 9 ha afrontato anche altri argomenti: dalla banca mondiale al commercio come strumento di lotta contro la povertà.
E per sabato 10 è previsto un piatto altrettanto ricco di relatori nei dibattiti del Global progressive Forum:
tra i nomi più importanti ci saranno quelli dell’economista e filosofo Jeremy Rifkin, teorizzatore della new economy e della fisica ed economista indiana Vandana Shiva, teorica dell’dell’ecologia sociale e una dei leader dell’International Forum on Globalization.
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