I Confidi àncora di salvezza finanziaria per gli artigiani

Il risultato emerge dalla 9° Indagine sul Sistema dei Confidi per l’Artigianato curata da Fedart Fidi

Per le micro e piccole imprese è ancora difficile il rapporto con le banche: un artigiano su due si rivolge ai Consorzi Fidi per ottenere finanziamenti. Il risultato emerge dalla 9° Indagine sul Sistema dei Confidi per l’Artigianato curata da Fedart Fidi, la Federazione Nazionale Unitaria dei 314 Consorzi e Cooperative Artigiane di Garanzia promossa dal sistema Confartigianato.

La ricerca – presentata a Roma nell’ambito del Convegno organizzato da Fedart Fidi in collaborazione con il CNEL – fotografa l’attività dei Confidi artigiani al 31 dicembre 2004. I risultati confermano il ruolo sempre più decisivo dei Confidi per favorire l’accesso al credito da parte delle microimprese e quindi per stimolare investimenti e nuova occupazione: nel 2004 hanno erogato 4.527 milioni di euro di finanziamenti a 667.000 imprese. Nel 2004 ha utilizzato finanziamenti garantiti dai Confidi il 42% del totale delle imprese artigiane.

Dal 1994 ad oggi, i Confidi artigiani hanno garantito quasi 37.000 milioni di euro di finanziamenti, di cui 4.527 nel solo 2004 (il 62% è erogato nel Nord, il 26% nel Centro ed il 12% nel Sud). A confermare l’efficienza e l’efficacia con cui i Confidi conducono l’istruttoria per il finanziamento è il tasso di insolvenza, molto contenuto su una media nazionale dell’1,8%, e nettamente inferiore rispetto al dato delle sofferenze complessive del sistema bancario. In calo i tassi medi praticati sui finanziamenti con garanzia dei Confidi: essi si attestano, infatti, su valori decisamente inferiori a quelli di mercato praticati dalle banche per le microimprese. Inoltre i Confidi dell’artigianato dimostrano una buona capacità di operare senza incentivi pubblici. Nel 2004 prevale infatti l’operatività nel campo dei finanziamenti convenzionati (74%) rispetto al credito agevolato (26%). Inoltre ben 123 Confidi svolgono attività di prevenzione del fenomeno dell’usura gestendo gli speciali Fondi e consentendo il rientro nei circuiti legali di finanziamento a migliaia di piccole imprese. Positivo il rapporto con il sistema bancario (sono oltre 2.000 le convenzioni in essere con gli Istituti di credito), verso il quale i Confidi artigiani dimostrano una buona capacità contrattuale.

Di grande interesse, anche in relazione all’aspetto del rating legato a Basilea 2, risulta la straordinaria base di informazioni dei Confidi sulle imprese associate (667.000), combinata con quella in possesso delle Confederazioni artigiane promotrici dei Confidi. «Il potenziamento del ruolo dei Confidi – sottolinea Giorgio Merletti, presidente dell’Associazione Artigiani della Provincia di Varese – si fa sempre più urgente in vista di Basilea 2, che non deve discriminare tra piccoli e grandi imprenditori o complicare ulteriormente il rapporto tra banche e microimprese. Alla competitività delle nostre imprese si potrà dare forza proprio grazie ad una politica creditizia in grado di modellarsi, e quindi di soddisfare, le esigenze delle piccole realtà produttive. Per fare questo non dovrà mancare l’impegno costante delle banche che, offrendo servizi migliori a costi contenuti, dovranno investire sulla microimpresa considerandola attore decisivo nella creazione del reddito, dell’occupazione e della nuova imprenditorialità. Nello stesso tempo un ruolo primario dovrà essere giocato dalla Regione Lombardia (nel PRS dell’VIII Legislatura Confartigianato ha suggerito di costituire un Fondo Pubblico di Controgaranzia a favore del sistema dei Confidi ed una proroga di due anni della Convenzione tra Regione Lombardia e Artigiancassa) e dalle CCIAA».

«La ricerca presentata da Fedart Fidi – afferma Lorenzo Mezzalira, presidente di Artigianfidi Varese dell’Associazione Artigiani – evidenzia quanto sia fondamentale, per le microimprese, lo strumento del Confidi per ottenere un giusto accesso al credito. E’ importante che da parte del sistema del Credito, dalla prossima applicazione di Basilea 2, sia mantenuto un ruolo determinante alle strutture di garanzia, partner di primo livello sia per l’universo delle microrimprese, sia per il sistema bancario stesso. Riteniamo che il mantenimento di quote di insolvente abbondantemente inferiori alle medie di sistema siano infatti dovute alla capacità dei Confidi di formalizzare quell’elemento di prossimità che li lega all’universo delle imprese da loro servite. Ed è nostra convinzione che il sistema bancario dovrà valorizzare i Confidi riconoscendo loro l’importanza della “prossimità” e la capacità nell’attribuire a ciascuna delle imprese il giusto merito creditizio. Ai Confidi l’onere di affrontare la sfida evolvendosi in strutture sempre più efficaci, snelle e solide. Capaci di soddisfare i propri clienti».

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Pubblicato il 30 Novembre 2005
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