Calabrese: «Con la fiaccola rivivrò le emozioni dei Giochi»
Il bronzo di Sidney 2000 sarà uno dei tedofori varesini. "Al mio esordio a Seul mi sembrava di essere nel paese dei balocchi"
Tre Olimpiadi da atleta, una medaglia di bronzo nel "singolo" a Sidney 2000, una carriera di allenatore ormai nel pieno. Ma anche «la voglia di percepire lo spirito olimpico come una persona comune»: parole e musica di Giovanni Calabrese, campione del canottaggio di origini siciliane che ha scelto Gavirate e il suo lago per vivere e lavorare.
Giovanni sarà uno dei tedofori che porterà il Sacro Fuoco di Olimpia per le vie di Varese, tra le 19.01 e le 19.03, nel percorso che va da via Morandi a via Crispi. «Spero di rivivere quelle emozioni, quello spirito, che ho provato in prima persona nelle mie partecipazioni ai Giochi. Sono stato segnalato dal Coni varesino per portare la fiaccola ed ho accettato molto volentieri».La prima partecipazione alle Olimpiadi di Calabrese risale all’ormai lontano 1988: Seul, terra di Corea, l’edizione macchiata dal doping di Ben Johnson e nobilitata dal trionfo di Bordin, un posto sulla barca del singolo. «A Seul per me fu "il paese dei balocchi". Fu il momento della scoperta di un mondo inimmaginabile, nel quale ero attratto da tutto quello che vedevo».
L’inizio di un "cerchio" che si è chiuso a distanza di dodici anni con il bronzo conquistato a Sidney: «In Australia fu il coronamento della carriera agonistica. L’obiettivo centrato, con il quale mi sono potuto ritirare con grande soddisfazione. Vissi Sidney in condizioni completamente diverse rispetto a Seul: arrivai a 34 anni con la consapevolezza di poter andare sul podio, mi preparai in modo estremamente professionale. E così vissi emozioni diverse ma altrettanto intense. Peccato per Atlanta ’96, quando ebbi un problema di salute a quindici giorni dalle gare: potevo andare a medaglia anche lì, invece fu una tappa bruciata. Ma il bello dello sport è proprio questo: avere la possibilità di rifarsi quando le cose vanno male».
Ora Calabrese è il direttore tecnico della Canottieri Gavirate, una delle società più importanti del remo italiano. Insegna ai ragazzi come si fa a diventare grandi, in acqua come nella vita. Questa sera molti di loro saranno sul percorso con gli occhi fissi su quella fiamma e con il cuore rivolto al braciere più importante. Quello che sognano di vedere con indosso la tuta della Nazionale. Magari già a Pechino.
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