Bestie di Satana, l’incubo non è finito?

Luigi Offeddu, autore del libro "I ragazzi di Satana", racconta come Patrizia Silvestri, uccisa a Roma, sia stata ascoltata nel 2004 come "consulente" esperta di satanismo

Corriere della Sera, 10 maggio 2006, pagina 19. Il titolo del pezzo firmato da Luigi Offeddu non può non destare sorpresa: “Donna uccisa, la pista delle Bestie di Satana”. Il processo alla setta satanica si è concluso con le condanne della Corte d’Assise di Busto Arsizio a Nicola Sapone, due ergastoli con tre anni di isolamento diurno, 26 anni a Paolo Leoni e Marco Zampollo, 24 anni a Eros Monterosso, 24 anni e 3 mesi a Elisabetta Ballarin. L’articolo propone un collegamento tra un omicidio avvenuto a Roma lo scorso 13 maggio e le Bestie di Satana: Patrizia Silvestri, trovata decapitata nel quartiere Casilino, è la stessa donna che il 1 marzo 2004 è stata ascoltata come “consulente” da due inquirenti arrivati appositamente dal Nord Italia, leggasi provincia di Varese, probabilmente Gallarate o Busto Arsizio. La donna, affiliata negli anni a diverse sette sataniche, avrebbe rivelato particolari e fatto collegamenti tra rituali e situazioni molto simili a quelli addebitati alle Bestie. Per l’omicidio di Patrizia Silvestri le indagini sono in corso e l’accusato principale è l’ex marito della donna, Gaetano Tripodi, a sua volta affiliato a diverse sette sataniche.

L’autore dell’articolo è, suo malgrado, esperto in questo campo. Con il collega di Repubblica Ferruccio Sansa ha anche scritto il libro “I ragazzi di Satana”, puntuale indagine della genesi criminale di questi giovani, che da semplici amanti della musica hardcore e dell’iconografia satanista si sono trasformati in efferati assassini. Abbiamo chiesto a Luigi Offeddu se l’incubo non è finito, se c’è la possibilità concreta che l’indagine si allarghi su scala nazionale, coinvolgendo altre sette e portando alla luce altri morti: «Premetto che, come spesso accade, il titolo è fuorviante – spiega Offeddu -. Non ci sono indagini formali in corso, e questo è importante sottolinearlo. La Silvestri era stata ascoltata nel 2004 come consulente nell’inchiesta svolta da Busto Arsizio e aveva dato risposte circostanziate e articolate, spesso con particolari che si ritrovano nei rituali delle Bestie di Satana, come le pareti dipinte di nero nella casa di Andrea Volpe o la bambolina raffigurante “Astaroth”, un potentissimo demone, trovata in casa di Mariangela Pezzotta, fino ai patti di sangue per legare gli affiliati. La Silvestri faceva riferimento alla sua esperienza personale, in particolare alla militanza nella setta, dalla quale era uscita, che aveva a capo il cosiddetto “Mago Nero”, del quale la donna ha fatto nome e cognome agli inquirenti. Lo stesso “Mago Nero” è stato accusato dall’ex marito della Silvestri come responsabile dell’omicidio, segno che la presenza di questa figura è, a distanza di anni, radicata nella vita dei due». I due sono stati legati a diverse sette sataniche, da quella del cosiddetto “Mago Nero” ai “Bambini di Satana”. Recentemente avevano aderito ad un’altra setta, questa volta non satanica, ma legata  all’Islam: il suffismo, una filosofia che rifugge la violenza e proclama la pace universale.

L’ex pm di Busto Arsizio Antonio Pizzi, intervenuto in diretta alla trasmissione di Rai Tre “Cominciamo Bene”, nel corso di un’intervista, ha dichiarato la sua perplessità sull’esistenza di altri casi in Italia. «Da Roma gli inquirenti non stanno cercando collegamenti con la pista satanica – continua Offeddu -, anche perché l’appartenenza della Silvestri e di Tripodi alla setta del “Mago Nero” è vecchia, datata fine Anni ’90. Più recenti, del 2004, i riferimenti della donna assassinata a questa figura. La vera domanda che mi sorge spontanea è se ci sono in libertà altri affiliati alle Bestie, se ci sono stati contatti con altre sette e altri omicidi dello stesso stampo. Il cosiddetto “secondo livello” è stato cercato, ma i riscontri non sono stati trovati. Dello stesso stampo – spiega ancora Offeddu – i sospetti sui suicidi a Somma Lombardo e Legnano, che le famiglie collegano ai rapporti dei morti con alcuni partecipanti alla setta. Mi risulta che alcuni fascicoli siano aperti per chiarire queste situazioni, ma il processo principale non poteva occuparsi anche di questo ambito».

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Pubblicato il 10 Maggio 2006
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