Il Varesotto incorona sua maestà Ivan Basso
La maglia rosa accolta con calore dalla nostra provincia. L'ex compagno di classe: «Che emozione vederlo davanti a tutti»
Un varesino in maglia rosa ha stregato tutta la provincia. La classe di Ivan Basso, la sua potenza sulle salite del Giro hanno conquistato il grande pubblico italiano e, in particolare, la gente della nostra terra, da sempre foriera di campioni del pedale. La dimostrazione sta arrivando in questi giorni, sul traguardo della vicina Domodossola come sul Sempione che ha portato l’intera carovana a Brescia.
A Domo era un rincorrersi di striscioni per Ivan: da quelli innalzati dai dipendenti della ditta Nobili (suo sponsor) che riempivano la tribuna posta sulla linea d’arrivo, a quelli portati dai gruppetti di fans saliti da Cassano alla conquista della Val d’Ossola.
Nei box riservati agli addetti ai lavori c’erano anche il papà di Ivan, Franco, schivo come lui, e la sorella Elisa. «Da piccolo ammirava il modo di correre di Miguel Indurain. Si è sempre allenato come un matto, vive il ciclismo fin da quando era bambino». Anche oggi i familiari di Ivan, nonna compresa, erano sul percorso in quella Gallarate che gli diede i natali. Con loro anche il Sindaco Aldo Morniroli a portare l’applauso di tutta la città.
La conferma della grinta di "Ivan il cannibale" arriva da chi con lui ha sudato sui libri di scuola. «Ho fatto la prima e la seconda all’istituto tecnico per geometri di Tradate» racconta Davide Pagani, classe ’77, corso a Gallarate con una bandiera tricolore. «Ivan ha sempre parlato del sogno di fare il ciclista: nel suo sguardo c’è la stessa determinazione di quando aveva quindic’anni. Vederlo ora, in maglia rosa, è una grande emozione anche per me, visto che è la prima volta in cui lo vedo dal vivo in corsa».
E forse quella di oggi è stata la prima occasione di vedere il Giro anche per i ragazzi delle scuole medie di Sesto Calende, portati a bordo strada dai "prof" per un’ultima ora di lezione molto particolare. «Siamo tutti per Basso» gridano in coro, pochi metri più in là del ponte di ferro che collega Piemonte e Lombardia. Ivan li avrà ascoltati: anche ieri, dopo l’arrivo di Domodossola, la maglia rosa confessava di aver avvertito attorno a sé un calore mai sentito prima.
Da domani per il campione di Cassano Magnago arriva il momento più difficile: gli avversari tenteranno il tutto per tutto sulle grandi montagne. Ivan però sa che avrà con se migliaia di persone: la maglia rosa dev’essere sua. Da dedicare a mamma Nives, scomparsa pochi mesi fa, alla piccola Domitilla e a Santiago, ancora nella pancia di Micaela. Dopodiché si potrà cominciare a pianificare la conquista della gialla Francia.
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