ReteAcqua: nascita e morte
È durata tre anni "l'avventura" della sociatà voluta dalla Provincia per gestire gli acquedotti del territorio
Era il maggio 2002 (il giorno era un venerdì 17, per chi crede nella cabala), e la provincia fu "scossa" da un’idea destinata, teoricamente, a cambiare il volto della gestione dell’acqua nel territorio varesino.
Nasceva "ReteAcqua spa", società partecipata al 20% dalla Provincia (il presidente era Massimo Ferrario) e dai comuni di Varese, Busto Arsizio, Gallarate e Saronno: lo scopo era quello di riunire sotto un’unica "bandiera" tutti gli acquedotti pubblici della provincia, da quelli delle città a quelli dei centri più piccoli. A fianco di ReteAcqua venne anche creata "Prealpi Servizi spa", per gestire le attività di solito appannaggio delle aziende municipalizzate. Il primo presidente fu Nino Caianiello, poi passato sulla massima poltrona proprio di Prealpi Servizi.
L’avventura della nuova società però si affievolì dopo pochi mesi quando l’Unione Europea bocciò l’articolo 35 della legge finanziaria (ideato da Giancarlo Giorgetti), con il quale si permetteva alle società possedute dagli enti territoriali (come, appunto, ReteAcqua) di evitare gare con altri soggetti.
Nel frattempo si compattò un fronte formato da molti piccoli comuni che sarebbero rimasti penalizzati dal "superacquedotto" mentre anche dal punto di vista politico la minoranza provinciale di centrosinistra avanzò diverse perplessità in materia.
Un altro "smacco" alla società arrivò nel frattempo da Tradate, dove la giunta di centrodestra guidata dal leghista Candiani decise di non aderire al progetto e, anzi, ad acquistare quote di Sogeiva.
Nel 2005 la fine, firmata in un certo senso da Nicola Mucci, sindaco di Gallarate. Colui che nel corso degli anni era stato il massimo promotore di ReteAcqua, stufo dei silenzi provenienti soprattutto da Varese e Busto, uscì dal cda sancendo di fatto la fine della società che venne sciolta.
"Prealpi Servizi" invece è tuttora attiva, è rimasta partecipata dalle ex municipalizzate ed ha acquistato la maggioranza di Sogeiva, azienda nata su iniziativa della Provincia per occuparsi dei cosiddetti "servizi idrici integrati" (depurazione, riciclo e altro). La quota di Prealpi Servizi, ancora presieduta da Nino Caianiello, è del 51% ed è stata ceduta proprio dall’ente di Villa Recalcati.
Rimane un interrogativo: quanti soldi sono stati spesi nei tre anni abbondanti in cui è sopravvissuto il "carrozzone ReteAcqua"? E ancora: non sarebbe stato meglio investirli nella manutenzione dei singoli acquedotti, la cui anzianità è probabilmente la prima causa della siccità che ci sta colpendo in questi giorni?
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