“Non serve a niente una battaglia campanilistica”
Il sociologo Aldo Bonomi interviene sulla discussione che riguarda Malpensa. "È ora di affrontare la vera questione che riguarda il capitalismo delle reti"
"Ben venga la polemica su Malpensa. Quello che va evitato però è continuare ad affrontare le cose con logiche di sindacalismo territoriale". Il sociologo Aldo Bonomi entra nella discussione scatenata da un’intervista del vicepremier Francesco Rutelli in cui sostiene che "Alitalia è andata a rotoli anche per Malpensa".
Bonomi, come si risolve questa situazione?
«Non certo continuando a discutere se sia meglio Fiumicino o Malpensa. Non è questa la vera questione. I due hub possono anche coesistere, ma vanno fatte scelte strategiche che non tengano in conto solo la contingenza o un campanilismo anacronistico».
Quindi questo sarebbe un braccio di ferro inutile?
«Si, anche se ha un pregio, permette di iniziare a discutere seriamente di una nuova fase di un conflitto che non riguarda più il capitalismo manifatturiero delle piccole e medie imprese, ma del capitalismo delle reti. Con la globalizzazione dei mercati abbiamo sempre più bisogno di capire l’evoluzione del sistema economico e con questo del made in Italy. Su questo la discussione è avanti. Conosciamo bene la realtà delle 6.500 imprese che sono coinvolte. Mentre non si è ancora aperta una discussione che riguarda il capitalismo delle reti».
Cosa intende per "capitalismo delle reti"?
«Sono tutte quelle attività fondamentali per l’economia di un paese moderno e avanzato. Autostrade, energia, multiutility, fiere e infrastrutture di trasporto tra cui anche gli aeroporti. Su tutto questo occorre una strategia e non discussioni sulle varie emergenze».
E chi se ne deve occupare?
«In primo luogo il Governo. Questo deve indicare quale strategia ha. Non si può assistere a queste polemiche dove ognuno sollecita prese di posizioni a favore o contro qualcosa. L’Italia non può permettersi di decidere sulla base di logiche di difese territoriali. Nello specifico il problema non è scegliere tra Malpensa o Fiumicino, malgrado la crisi impellente di Alitalia sembri sollecitare una simile discussione. Vanno coinvolti tutti i livelli della governance che va dal livello europeo fino ai comuni delle grandi aree metropolitane».
Malpensa però è un punto di riferimento di un territorio che non riguarda solo Milano o Varese…
«Certo. Dal mio punto di vista non c’è dubbio che il quadrilatero che va da Torino a Trieste fino ad Ancona ha bisogno di infrastrutture efficenti. Questione del resto che vale anche per il centro e il sud del Paese, basti pensare ai porti o a opere che attendono da anni come la Salerno Reggio Calabria. Tutto questo però non fa che confermare il bisogno di una strategia che parta proprio da questo nuovo scenario che io definisco il capitalismo delle reti»
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