“Una proposta per la vita”, un premio per l’ospedale di Busto

Il progetto di sensibilizzazione sugli incidenti stradali curato dal primario di anestesia e rianimazione dottor Giorgio Servadio premiato al X Convegno nazionale Hospitals for Health

 

Un
riconoscimento nazionale per il progetto “Una proposta di
vita”,
messo a punto dall’Ospedale di Busto Arsizio
nell’ambito di un’iniziativa
a valenza provinciale sulla prevenzione degli incidenti
stradali
, che coinvolge le scuole superiori del
territorio. 

L’iniziativa,
inserita nel progetto interistituzionale “Prevenzioni
degli Infortuni da traffico autoveicolare. Incidenza dell’assunzione
di alcol e droghe”
, pensato per la costruzione di un percorso
formativo per le classi terze, quarte e quinte delle Scuole Superiori
e coordinato dal CSA (Centro Servizi Amministrativi, ex
Provveditorato agli Studi) di Varese, è stato premiata nel
corso del X Convegno Nazionale HPH – Ospedali per la Promozione
della Salute
svoltosi a Grado (Friuli) dal 5 al 7 ottobre scorsi.

Il
progetto, presentato sotto forma di abstract e di poster, è
stato selezionato con altri 11 provenienti da tutta Italia su 136
partecipanti all’evento. La premiazione di Grado si aggiunge a
quella della Regione Lombardia dell’aprile 2006 (delibera 4330 del
18/04/06) conferita per i progetti HPH presentati nel 2005.

L’idea
di “Una proposta di vita” è nata dal dottor Giorgio
Servadio
, primario dell’Unità Operativa di
Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Busto Arsizio nonché
responsabile del Dipartimento di Emergenza e Accettazione, e, ad
oggi, ha coinvolto circa 500 studenti nel corso di due cicli
di incontri – 11 in totale – svoltisi all’interno dell’ospedale
nel 2005 e nel 2006.

Nel
corso di tutti gli incontri sono state effettuate visite guidate a
piccoli gruppi nelle Strutture di Emergenza/Urgenza (Pronto Soccorso,
Rianimazione) e alcuni reparti di degenza (Ortopedia e Traumatologia,
Chirurgia generale, Nefrologia e Dialisi, Radiologia diagnostica) e
un approfondimento in aula con il dott. Servadio sulla donazione di
organi
e tessuti e sulla legge che la disciplina; momento a cui hanno
partecipato anche alcuni rappresentanti dell’Aido – l’associazione
italiana donatori organi e tessuti – di Busto Arsizio.

Abbiamo
pensato di sensibilizzare i ragazzi in modo diretto e tangibile
spiega il dottor Servadio – facendoli entrare negli ingranaggi del sistema che si
attiva soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza, per
riflettere su quello che può accadere quando si tengono
comportamenti che possono risultare pericolosi per sé e per
gli altri. Inoltre – prosegue il primario -, abbiamo previsto anche
un approfondimento sulla donazione degli organi. Da una morte,
infatti, può derivare l’occasione per consentire a un altro
cittadino di vivere
. I messaggi da lanciare e da portare all’interno
delle scuole e delle famiglie sono quelli dell’altruismo e della
solidarietà sociale. E questo abbiamo pensato di farlo
abbinando educazione sanitaria e educazione civica”.

Siamo
orgogliosi che la forte valenza del progetto – aggiunge il
direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Pietro Zoia, medico tra
l’altro specializzato in Anestesia e Rianimazione -,
caratterizzata da una sinergia in particolare con le scuole, sia
stata riconosciuta anche da una giuria nazionale. Promuovere la
salute, infatti, non significa soltanto assistere i nostri pazienti,
ma anche mettersi attivamente al servizio del territorio, mettendo a
disposizione di chi vuole formarsi e informarsi le competenze dei
nostri operatori sanitari”.

L’Ospedale
di Busto Arsizio non è nuovo a questi successi nel campo della
promozione della salute: nell’ambito della rete HPH – attuale
coordinatrice per l’Azienda è Cinzia Zaffaroni – sono
stati premiati nel 2005 i progetti “Multietnia. L’Ospedale si
confronta” e “In Ospedale ‘a scuola di fumo’ per non mandarlo
in fumo”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Ottobre 2006
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