Manca la sede per il reparto che scopre i tumori

Ci sono i soldi, 4 milioni di euro, per acquistare un macchinario all'avanguardia, ma non c'è lo spazio e Medicina Nucleare potrebbe "essere sfrattata"

La Medicina Nucleare  non è un reparto “popolare”, si fanno esami diagnostici e solo quelli più delicati. Da oltre 35 anni è un fiore all’occhiello dell’ospedale di Circolo di Varese si è guadagnato stima e rispetto soprattutto per il suo contributo fondamentale nel campo dei tumori. Si effettuano Tac, scintigrafie oltre che interventi di tipo terapeutico.
Gli importanti progressi in campo scientifico, che si ottengono in
questo settore particolare, non sempre permettono ai reparti di tenere il passo. Così, mentre l’azienda ospedaliera nonché clinica universitaria ha da molto tempo un registro dei tumori e un Dipartimento oncologico di eccellenza, la sua medicina nucleare non ha ancora una “Tac Pet”, indispensabile nel verificare la presenza di tumori e di metastasi oltre che monitorare la progressione delle cellule malate.
Grazie ad una cospicua eredità, lasciata dai Maciacchini, oggi l’unità operativa dispone di oltre 4 milioni di euro per l’acquisto dell’apparecchiatura. Ma non può farlo, perché i suoi spazi non sono adeguati e, oltre tutto, non sono a norma in base alla legge 626, così entro il luglio del 2008 dovrà chiudere.

Dov’è il problema, però, visto che il prossimo anno si inaugura un monoblocco di sette piani?
In effetti, fino allo scorso anno le cose filavano lisce, perché per la Medicina Nucleare erano stati destinati ben 2000 metri quadrati dell’ospedale di via Guicciardini. Poi, a gennaio, qualcosa è cambiato: gli spazi in questione sono stati messi a disposizione del laboratorio analisi e per il reparto diretto dalla dottoressa Silvana Garancini non è rimasto nulla. Niente spazi, niente acquisti e nessun progresso sul fronte diagnostico come un dipartimento oncologico come quello di Varese dovrebbe avere.

Il personale del reparto le ha tentate tutte, bussando alle porte di politici ed istituzioni, ottenendo sempre una sola risposta: al monoblocco si trasferisce il laboratorio.
Per i sostenitori del nuovo ospedale la scelta di trasferire la Medicina nucleare è legata al fatto che gli esami vengono effettuati anche su pazienti in precarie condizioni, sono a volte lunghi ( diverse ore) e complessi, e che ha più senso robotizzare il trasferimento di provette in quanto non è possibile trasferire nello stesso modo delle persone, per giunta sofferenti.

L’alternativa attualmente più discussa è quella di lasciare il reparto dov’è, nel sotterraneo del padiglione centrale, ma spostandolo dove c’è lo spaccio. Lo spazio sarebbe maggiore ma ci sono dei problemi tecnici legati all’architettura di quello stabile che porterebbe ad una spesa di gran lunga più elevata rispetto alle previsioni.
La battaglia è ancora in corso, le parti sembrano non voler cedere di un millimetro.
Intanto l’arrivo della “Tac Pet” si allontana e i pazienti varesini devono andare a Milano, dove, di “Tac Pet”, ce ne sono ben 10.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Novembre 2006
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