Azzalin: «Voglio un matrimonio con la Cdl, non un Dico con Damiani»

Il candidato di Forza Italia, ago della bilancia con il 15 % dei voti, esce allo scoperto e chiede all’avversario-alleato un accordo duraturo. Stefano Bernasconi apre all’Ulivo di Paganini

Sono partiti come separati nella Casa delle libertà, oggi devono unirsi in matrimonio se vogliono vivere felici e contenti nel municipio di Malnate. Sandro Damiani (Lista "Damiani sindaco", Lega Nord, Udc, An) ed Elia Azzalin (Forza Italia) dovranno venire a patti. Non c’è alternativa. Come e con quale formula, lo diranno loro. Forza Italia è l’ago della bilancia. Che lo voglia o no, Sandro Damiani, vincitore al primo turno con il 35, 5 % dei voti, deve fare i conti con il risultato di Azzalin (foto sopra) che ha ottenuto il 15,6%. «Io non voglio parlare né di seggi né di poltrone –  dice il candidato di Forza Italia – e quando si parla di personalismi qui si vede chi vuol fare personalismo. Oggi io affermo che voglio un accordo per governare con la Casa delle libertà, perché senza di noi non è tale, e un tavolo di persone serie, confacenti al voto espresso dall’elettorato. Io voglio un matrimonio in piena regola, qualcosa di serio, pratico e preciso. Non voglio un “Dico” che è stantio, precario e non consente un governo serio. Non mi accontento che mi si lanci un osso, un contentino. Vogliamo contare per quanto pesiamo. Noi di Forza Italia ci riuniremo a breve e il gruppo deciderà il da farsi. Sicuramente non andremo a sinistra. Ma non posso nemmeno garantire un voto alla destra in modo incondizionato».
Più chiaro di così si muore. Quanto valgono 1330 voti? O meglio, quanti assessorati?
(A sinistra: Sandro Damiani)

La speranza di Eugenio Paganini   (Ulivo Uniti per Malnate 30, 8%)  ha due nomi e un solo cognome: Bernasconi.

Stefano, segretario di Rifondazione comunista, è amareggiato, e non potrebbe essere altrimenti dopo la batosta subita. Per lui, con il 5,4 % dei voti, nemmeno un consigliere. «Gli elettori hanno premiato chi ha fatto promesse elettorali senza guardare a chi ha lavorato seriamente sul territorio in questi anni» dice il leader di Rifondazione. «Non faremo nessun apparentamento con il centrosinistra, anche se il voto andrà all’Ulivo. Hanno premiato una lista civica (Lista Malnate Viva ndr) messa su all’ultimo momento. Accettiamo il verdetto e  lavoreremo lo stesso per la comunità». Rifondazione comunista, dunque, potrebbe rientrare nell’Ulivo dalla finestra.

I voti della sinistra radicale non bastano a Paganini, perché ci vogliono anche quelli della lista Malnate Viva che, al primo turno, ha ottenuto un buon risultato: il 5,56%  e un consigliere comunale. A questo punto Raffaele, l’altro Bernasconi (foto a lato), potrebbe dettare alcune condizioni, ma da politico navigato qual è lascia che si scannino gli altri. Lui il suo obiettivo lo ha raggiunto: ha portato via voti all’Ulivo (molti erano i dissidenti del centrosinistra presenti nella sua lista), ha messo fuorigioco Rifondazione comunista. Ora sta alla finestra a guardare e non rilascia ufficialmente dichiarazioni. Ufficiosamente sì: lascia il campo ai “ballottanti”.

Giuseppe Albertini, Polo civico di centro (5,37%), è deluso. Si aspettava almeno un  7% e un consigliere. Invece è rimasto a bocca asciutta. Non vuole parlare di apparentamenti e “ritratta” la vicinanza della sua lista ad Azzalin (Fi). «Io quella dichiarazione non l’ho mai fatta. Ribadisco la nostra autonomia dai due schieramenti. La mia simpatia ad Azzalin era dettata dal fatto che correva da solo ed era un imprenditore come me. Io non mi apparenterei mai con una coalizione che ha al suo interno quattro o cinque partiti, sarebbe incoerente con la nostra posizione di autonomia rispetto a questa logica. Comunque, abbiamo sette giorni, sabato ci riuniremo e decideremo cosa fare».
Voci di corridoio riferiscono di un possibile avvicinamento dei centristi all’Ulivo in cambio di un assessorato "leggero", come ad esempio lo Sport.

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Pubblicato il 29 Maggio 2007
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