Bossi ruggisce ancora: “No agli immigrati”

Il sanatur chiude la campagna elettorale del carroccio sotto la storica sede di piazza podesta

“Ho girato tutta la Padania, la gente non ne può più, gli immigrati non li vuole”. Umberto Bossi chiude la campagna elettorale della Lega in piazza podestà a Varese. Dopo di lui, il diluvio. Grandine e tuoni, ma il carroccio fa in tempo a regalare ai suoi militanti un comizio del leader, affaticato ma lucido e a tratti anche spiritoso, con qualche parolaccia, come ai vecchi tempi. “Avete visti cosa è successo a Novara – dice dal palco – quelli volevano prendere un pullman e farsi saltare in aria a Milano, la nostra capitale, e il governo adesso vuole persino mettere l’autosponsor, così i clandestini si potranno fare un’autocertificazione da soli per restare in Italia; bisogna aiutarli a casa loro, ma qui è casa nostra – continua – le case devono restare ai nostri vecchi”. E poi accuse alla sinistra. “Sono dei furbastri, Prodi mi ha detto che vogliono dare il voto agli immigrati, vogliono i voti, avete capito?”. Il leader scuote i militanti: “Bisogna votare Lega – spiega – è l’ultima volta che potremo dare il voto a un varesino, dobbiamo andare in cabina elettorale e dare una bastonata ai romanofili, ne abbiamo piene le scatole di lavorare e farci portare via tutto”. Un discorso accorato, intervallato da alcune battute su Maroni, strette di mano, e poi la chiamata sul palco di Reguzzoni e Fontana, il botta e riposta con i militanti sotto il palco e qualche apprezzamento sulla fedelissima Rosi Mauro. Bossi ha parlato anche molto in dialetto ed è apparso di buon umore. Prima di lui la serata era stata introdotta dal segretario provinciale Fabio Rizzi. Marco Reguzzoni ha presentato gli assessori uscenti della sua giunta Giangiacomo Longoni, Bruno Spechiarelli, l’uomo dei prodotti dop, “Che è un po’ ingrassato da l’ha fatto per noi” ha detto il presidente uscente, Gabriella Giaccon “la mamma di tutte le scuole della provincia”. Marco Reguzzoni, in gran forma, ha parlato dei trasferimenti statali, della necessità che la tasse rimangano sul territorio e ha gurato che se potesse trattenere qualche imposta in più potrebbe fare tutte le opere di cui Varese ha bisogno. “E’ Roma che non vuole farci fare i collegamenti con Malpensa” ha detto tra l’altro nel suo discorso. Molto apprezzati dai militanti i passaggi su Roma e anche quelli sulla nuova legge sull’immigrazione che Roberto Maroni ha fortemente criticato dal palco, mentre l’ex ministro ha invece lodato l’impresa elettorale del vicesindaco di Lampedusa, leghista: “Da oggi a Lampedusa non ci saranno più sbarchi”. Maroni, con gli immancabili occhiali rossoneri, ha poi chiamato sul palco proprio Umberto Bossi, accolto al grido classico di “Bossi, Bossi”. Poi la pioggia. In chiusura sono avanzati molti panini dalla bancarella leghista, che i militanti hanno offerto gratis a tutti.

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Pubblicato il 26 Maggio 2007
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