L’ex imam di Varese esce dal cpt di via Corelli
Il giudice di pace non convalida la sua permanenza nel centro e per lui si profila la libertà. Sulla vicenda è scontro in Parlamento
Il giudice di pace non ha convalidato il procedimento di intrattenimento presso il cpt di via Corelli a Milano, per l’ex imam di Varese, Zerghout, e il suo connazionale El Kaflaoui. I due, imputati in processo per terorismo internazionale a Milano, sono stati assolti. La formula scelta dal pm per chiedere l’assoluzione aveva però sollevato un problema serio: la richiesta nasceva dal fatto che, per una serie di ritardi sulle rogatorie internazionali, le rogatorie non era arrivate nei tempi giusti e duqnue la prova non si era formata in dibattimento.
Il ministero dell’interno aveva disposto al loro espulsione, ma il legale luca Bauccio era risucito a ottenere dalla corte europea dei diritti dell’uomo lo stop al provvedimento. I due erano stati portati nel centro per clandestini di via Corelli a Milano. Con la decisione del giudice di pace l’ex imam di Varese dovrebbe tornare libero, mentre il suo legale sta preparando un ricorso al tar contro l’espulsione e la succesiva revoca dei prmessi di soggiorno disposto dala questura di Varese. Secondo l’avvocato Luca Bauccio, per i due marocchini, nel loro paese, ci sarebbe il rischio concreto di detenzione e torture.
«Il provvedimento del questore è generico e carente in motivazioni – ha spiegato nel pomeriggio il legale – non è legittimo perchè priva della libertà due persone a fronte di una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha sospeso la loro espulsione e non possono considerarsi pericolose due persone assolte da una Corte d’assise italiana». Secondo l’avvocato Bauccio «ora giustizia è fatta. Tre organi giudicanti nel giro di sette giorni hanno affermato che bisogna tenere giù le mani» da Zergout ed El Kaflaoui. «Chiedo alla società civile e al Parlamento che vigilino affinchè non si verifichino ulteriori atti di negazione dei diritti fondamentali: i miei assistiti sono innocenti e meritano di essere trattati come tali».
Sulla vicenda è scontro in Parlamento, dove l’onorevole varesino Roberto Maroni ha detto che «c’è solo da augurarsi che il governo intervenga con un provvedimento d’urgenza per prendere questi due terroristi e rimandarli al loro paese».
In serata è guiunta la replica dell’esecutuivo. «Il governo e’ impegnato a ottenere un chiarimento rapido con la Corte Europea sul caso dell’ex imam di Varese»: questa la risposta del ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, che ha così replicato al parlamentare leghista nel corso del ‘question time’ in merito sulle decisioni relative alla procedura di espulsione di tre terroristi islamici.
Le esigenze di sicurezza che sono alla base del provvedimento di espulsione «continuano quindi ad essere perseguite dal Governo -sottolinea Chiti- che ha l’obiettivo primario di combattere il terrorismo e garantire la sicurezza dei cittadini italiani. Occorre, nello stesso tempo, evitare che il nostro Paese subisca condanne a livello internazionale. La misura assunta consente in ogni caso la reperibilità dei due cittadini marocchini fino al chiarimento con la Corte europea che il Governo è impegnato ad attuare con tempestività».
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