Nasce il coordinatore di cantiere “col bollo” ed è già un successo
Impossibile contenere al De Filippi gli ottocento iscritti al convegno. All'ordine del giorno la proposta di aderire ad un protocollo di autoregolamentazione
 Il fatto che fossero iscritti ottocento operatori in un De Filippi strapieno, al punto che neppure la sala più grande è stata in grado di contenerli tutti, la dice lunga su quanto fosse sentita la proposta fatta questa mattina. Riuniti al grido di “anche raddoppiando i controlli questi non basteranno, se non ci autoregolamentiamo noi” i coordinatori di cantiere hanno lanciato la loro proposta: aderire a un protocollo che definisce le “regole minime di comportamento del coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili”.
Il fatto che fossero iscritti ottocento operatori in un De Filippi strapieno, al punto che neppure la sala più grande è stata in grado di contenerli tutti, la dice lunga su quanto fosse sentita la proposta fatta questa mattina. Riuniti al grido di “anche raddoppiando i controlli questi non basteranno, se non ci autoregolamentiamo noi” i coordinatori di cantiere hanno lanciato la loro proposta: aderire a un protocollo che definisce le “regole minime di comportamento del coordinatore per la sicurezza nei cantieri edili”.
 Questa figura infatti è una di quelle che hanno, o dovrebbero avere, il polso di un cantiere definendo e verificando gli standard di sicurezza. Una figura che non ha bisogno di appartenenza ad albi specifici, ma solo la partecipazione a un corso, tant’è vero che tra i coordinatori ci sono dipendenti della ditta, titolari, ingegneri, architetti e periti, in un variopinto mix di professionalità che girano intorno a quella figura professionale. E che vengono pagati dal committente per la loro prestazione: cosa che rende un po’ ibrido un incarico che dovrebbe essere da “terzo” e imparziale.
Questa figura infatti è una di quelle che hanno, o dovrebbero avere, il polso di un cantiere definendo e verificando gli standard di sicurezza. Una figura che non ha bisogno di appartenenza ad albi specifici, ma solo la partecipazione a un corso, tant’è vero che tra i coordinatori ci sono dipendenti della ditta, titolari, ingegneri, architetti e periti, in un variopinto mix di professionalità che girano intorno a quella figura professionale. E che vengono pagati dal committente per la loro prestazione: cosa che rende un po’ ibrido un incarico che dovrebbe essere da “terzo” e imparziale. 
«Troppo spesso il coordinatore della sicurezza viene visto come una persona legata al committente invece che una figura terza, come dovrebbe essere – spiega Luca Bertagnon, presidente della Consulta provinciale dei Coordinatori – perché troppo spesso ci si accorda per una, a volte pure misera, parcella in cambio del fatto che non si “disturba” l’andamento del cantiere».
La responsabilità dei coordinatori, anche se penalmente meno pesante del committente dell’opera e del direttore del cantiere, è però moralmente fortissima: concorrono infatti, con il piano di sicurezza e coordinamento che loro redigono e con i sopralluoghi costanti che dovrebbero effettuare (cosa che però spesso avviene molto meno spesso del normale), a prevenire gli incidenti. Una responsabilità sentita, vista la presenza di ottocento professionisti pronti ad autoregolamentarsi.
 «Si dice che per diminuire gli incidenti sul lavoro e le morti bianche bisogna aumentare i controlli – ha spiegato il presidente di FederCoordinatori Fabrizio Lovato – Ma il primo vero passo da fare, la vera svolta epocale per questo problema, è in realtà l’autocontrollo».
«Si dice che per diminuire gli incidenti sul lavoro e le morti bianche bisogna aumentare i controlli – ha spiegato il presidente di FederCoordinatori Fabrizio Lovato – Ma il primo vero passo da fare, la vera svolta epocale per questo problema, è in realtà l’autocontrollo».
Un passo che Federcoordinatori, il sindacato dei coordinatori di cantiere (nato poco più di un anno fa proprio a Varese,  poi diventato di livello nazionale) non ha esitato a fare, presentando oggi un vero e proprio protocollo a cui aderire, per certificare la qualità del proprio lavoro. 
Con, “in premio”, l’iscrizione del proprio nome in un elenco di “coordinatori di cantieri certificati” che l’Asl di Varese terrà a partire da oggi: un esperimento pilota che potrebbe diventare, come è già stato per il sindacato prima varesino e poi nazionale, una buona idea da esportazione. A favore della sicurezza, quella vera, dei cantieri.
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