“Ma quale giovane scrittore. Io sono nato vecchio “
Per il secondo anno consecutivo vince il Premio Chiara uno scrittore toscano. Luca Ricci, pisano di 33 anni, è l'autore di "L'amore e altre forme d'odio" (Einaudi)
È il secondo toscano che vince il Premio Chiara nel giro di due anni. Con 66 voti, il libro «L’amore e altre forme d’odio» (Einaudi) del pisano Luca Ricci l’ha spuntata su Ilaria Bernardini, che ne ha ottenuti 58 per il suo «La fine dell’amore» (Isbn), e sull’esordiente Francesco Pecoraro, che ha raccolto 56 voti con «Dove credi di andare» (Mondadori).
Ricci ha 33 anni è alla sua terza pubblicazione. Il suo libro contiene 21 racconti ad altissima tensione, ambientati nella famiglia italiana e «raffreddati» al momento giusto, prima dell’esplosione. «Io colgo la parte gotica di questi racconti, non vedo il quotidiano» dice il vincitore, commentando il proprio libro.
(nella foto: Luca Ricci mentre fa una smorfia ai fotografi)
Ricci, lei si ritiene un giovane scrittore?
«Io sono nato vecchio. Mi guardi, io non mi sono mai sentito giovane. Semmai sono uno scrittore maturato».
Cosa fa nella vita, oltre che a scrivere?
«Non fa niente» dice ridendo Romano Oldrini, presidente del Premio Chiara, mentre passa sul palco delle Ville Ponti. «Beh, in un certo senso è così. Ma glielo devo proprio dire? Su, non lo scriva».
Che problema c’è?
«Va bene, gestisco beni immobili».
Si aspettava questa vittoria?
«Era una bella terna, sono tre bei libri. È quindi per me una doppia soddisfazione. Purtroppo, nonostante avessimo dietro delle case editrici importanti, non hanno trovato spazio nelle pagine culturali dei giornali anche se lo meritavano».
Mi sta dicendo che la potenza dei vostri editori questa volta non ha funzionato, mentre di solito funziona?
«No. Qui stiamo parlando di un genere, il racconto, che è diverso. Un libro di racconti anche se viene pubblicato da una casa editrice potente non viene accolto con la stessa intensità di un romanzo. Adesso, le faccio io una domanda: mi dica un libro di racconti che ha vinto un premio letterario importante. Non so, Lo Strega o il Campiello».
Non lo ricordo.
«Vede che ho ragione io. Questi tre libri erano di qualità, eppure non se ne è parlato sulle terze pagine dei giornali prima del premio».
Lei conosceva il Premio Chiara?
«Certo, l’ho sempre seguito»
Ha scritto il suo libro pensando a questo premio, magari ispirandosi a chi l’aveva vinto prima di lei?
«No».
Mi consigli un giovane scrittore di talento.
«Olivier Adam, pubblica con Minimum Fax».
Sta già per caso pensando al prossimo libro?
«È già pronto. Uscirà nel primo trimestre del 2008 e sarà dedicato alla persecuzione del rigorista».
Nel calcio?
«Sì».
Non mi dica che si è ispirato ai rigori sbagliati da Evaristo Beccalossi nella semifinale di Coppa Uefa Inter- Bratislava?
«Come poteva mancare. Quella è la catarsi del rigorista».
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