Col capodanno 2008 cadono le barriere sulle magliette cinesi
Scadono il primo gennaio i limiti all'importazione di alcuni prodotti tessili e dell'abbigliamento. Preoccupazione tra i produttori UE
C’è un altro effetto, tra i tanti di questo capodanno: iIl primo gennaio 2008 cadono le barriere innalzate dall´Unione europea per contenere le importazioni di alcuni prodotti tessili dalla Cina: magliette, pantaloni, camicette, maglioni, biancheria intima e lenzuola.
Non è la prima volta che l´Europa riprova ad aprire le frontiere per ritentare rapporti di libero mercato con la Cina. Ma il primo tentativo, nel gennaio del 2005, si risolse in un´invasione del tessile cinese: nei primi mesi di quell´anno infatti le importazioni registrarono un´impennata del 47 per cento, tanto che a giugno la Ue, sotto la spinta dei Paesi europei introdusse un regime di quote, che però scade, appunto, il 31 dicembre.
Non sarà però una liberalizzazione senza regole: per un anno scatterà infatti un sistema di monitoraggio dei flussi basato su un doppio controllo, quello effettuato dalle autorità cinesi attraverso il rilascio delle licenze d´esportazione e quello esercitato dalla Ue in fase di arrivo delle merci. Un sistema frutto del compromesso raggiunto tra Bruxelles e Pechino per rimuovere gli ostacoli alle importazioni cinesi, pur continuando ad avere uno strumento in grado di misurare continuamente i flussi e adottare per tempo eventuali contromisure: da pensare per la salvaguardia di un settore che in Europa dà lavoro a circa 2,5 milioni di persone in paesi come Italia, Francia, Bulgaria e Romania.
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