Tra parola e musica, sulle tracce di don Chisciotte

Alla ricerca degli invincibili di ieri e di oggi, con Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi

Un tavolo, una bottiglia, tre bicchieri. Fioca sopra di essi la luce di una lampadina. E parte il racconto, lieve e ironico, ma insieme più che mai drammatico. La voce narrante è quella di Erri De Luca, il coro che fa da contrappunto quello del cantautore-ferroviere Gianmaria Testa e del virtuoso del clarinetto Gabriele Mirabassi. Un omaggio a Chisciotte della Mancia e a tutti gli invincibili che lottano “per una causa persa”.   

E’ un solo Chisciotte o sono più d’uno? Il cavaliere errante  è diventato personaggi cantato e reinventato da poeti e letterati e cantautori. Così lo spettacolo è un canto corale che unisce le voci della tradizione popolare, di Brecht, del poeta turco Hikmet e il bosniaco Sarajilic, di Fabrizio De Andrè, a quelle degli autori. La cadenza dolce e mediterranea di Erri de Luca narra la vicenda, riannoda i fili con il mondo d’oggi e introduce i brani poetici e le canzoni, nel corso dei tre quadri dedicati ad amore, guerra e prigionia. Le vicende degli invincibili, che non sono quelli che sempre vincono, ma “quelli che non si lasciano abbattere, scoraggiare, ricacciare indietro da nessuna sconfitta, e dopo ogni batosta sono pronti a risorgere e a battersi di nuovo”. Le vicende degli innamorati, dei migranti “nei campi di concentramento ribattezzati centri di permanenza”, dei soldati lontani da casa e delle vittime della guerra, dei suicidi. A dialogare con lui il piemontese Gianmaria Testa, alla cui voce, pastosa e piena come il Barbera che sta sui tavoli, sono affidate le poesie di Sarajilic, le canzoni degli alpini sperduti tra i monti tra Albania e Grecia, il canto del disertore di Brecht. Accanto ai due, Gabriele Mirabassi, che dà voce con il clarinetto -e con il corpo- all’amore, alla rabbia, alla disperazione.  

Sembra una serata conviviale, intorno al tavolo e ai bicchieri di vino, con le parole che seguono un filo apparentemente fragile. I battibecchi tra il creativo napoletano, De Luca, e il piemontese preciso, Testa. Una sedia libera per Chiosciotte o, forse, per qualche altro invincibile. Un colloquio leggero, romantico o tragico a seconda dei momenti, ma sempre pieno di consapevolezza: la poesia è “formato di combattimento e resistenza”, partecipazione civile e umana.

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Pubblicato il 02 Febbraio 2008
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