Scoperti affreschi del ‘500 nel convento del Crocefisso
La scoperta nell’edificio più antico della città, durante i lavori per la ricognizione strutturale dell’edificio storico della città, l’area interessata sarebbe quella una volta adibita refettorio
Singolare scoperta nel convento del Crocefisso di Tradate: durante i lavori per la ricognizione strutturale dell’edificio storico della città, sono emersi degli antichi affreschi. Opere che potrebbero risalire addirittura alla fine del ‘400 o inizi del ‘500. Le opere si troverebbero nel refettorio, dove si stavano effettuando le rilevazioni. Sul posto è già anche giunta la Sovrintenza ai beni culturali per dei primi sopralluoghi per valutare la qualità artistica dell’opera. Non si esclude che si possa così procedere nei prossimi mesi a un recupero, oltre che architettonico, anche artistico.
Secondo lo studio, redatto dagli architetti Paolo Calessi, Lucia Giani, Anna Affetti, il Convento dei Serviti di Maria, questo l’ordine a cui inizialmente apparteneva la struttura, è stato costruito nel 1.400, poi abitato agli inizi del ‘500. Piano piano è stato sempre più allargato assumendo quella che oggi è la classica conformazione delle case a corte. Oggi è un edificio in decadenza, in pieno centro città, e nei secoli ha assolto diverse funzioni. Quasi interamente di proprietà del Comune, l’edificio è sotto l’esame di diversi architetti che ne stanno redigendo uno studio storico, per poter poi realizzare, secondo una prima ipotesi dell’amministrazione comunale, una galleria civica per esposizioni, mostre e incontri. Uno spazio storico che possa così essere trasformato in spazio di cultura, capace di ospitare iniziative di lunga durata e incontri a livello pubblico.
«Questa scoperta non fa altro che valorizzare ancora di più l’importante edificio – spiega il sindaco Stefano Candiani -. Facendo i primi rilievi per verificare la destinazione da dare alla struttura sapevamo che saremmo potuti incorrere in qualche scoperta. E così è stato, anche se ciò va al di là delle nostre aspettative. Ma siamo soddisfatti di avere l’occasione di poter recuperare un altro pezzo di storia della città».
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