L’Alfatherm chiude a Carnago
L'azienda, leader nel settore della calandratura delle resine viniliche, riduce l’organico di 55 lavoratori
Nel corso dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi, presso L’Unione degli Industriali di Varese, l’ Alfathern, importante azienda leader nel settore della calandratura delle resine viniliche, ha annunciato un nuovo piano di strategia commerciale ed industriale con una riduzione dell’organico di 55 lavoratori sui circa 545 complessivamente in forza.
Alfatherm, insieme a Ineos Films, Gallazzi e Mondoplastico, rappresenta per il territorio un consistente e qualificato distretto industriale del settore della calandratura del film rigido di pvc sia per la dimensione occupazionale che di fatturato e competono sul mercato sia con prodotti simili, sia con applicazione produttive in mercati diversi. Quasi tutte queste aziende fin dall’inizio dell’anno hanno fatto registrare riduzioni dei volumi produttivi anche con la necessità di ricorrere all’utilizzo della cassa Integrazione ordinaria.
«Nell’ambito dell’analisi sindacale sulla situazione di crisi in essere- spiega Luigi Cannarrozzo della Femca-Cisl – l’Alfatherm che dispone nei suoi 4 stabilimenti produttivi di 12 calandre e 4 impianti per la stampa, ha comunicato la decisione di abbandonare i mercati poco competitivi e con scarso margine di guadagno per concentrarsi esclusivamente su prodotti con maggiore valore aggiunto. Questa decisione è dovuta sia alll’innalzamento dei costi delle materie prime per il “caro petrolio”, sia per l’arrivo di produzioni dai mercati asiatici a minore costo che innalza la soglia di attenzione sui costi del mercato e rischia di far assumere al comparto produttivo le stesse connotazioni del settore del tessile pur con tempi e peculiarità diverse».
La società intende chiudere il sito di Carnago, peraltro acquisito nel 2004 dal fallimento Adiamoli e finalizzato ad aumentare la capacità produttiva, dove attualmente sono lavorano trenta persone, trasferire la calandra presente a Carnago nel sito di Gorla e contemporaneamente chiudere due linee di calandratura, sempre nel sito di Gorla, che producono e servono i mercati interessati al declino commerciale.
«Il confronto proseguirà sul tema della ristrutturazione e della riorganizzazione – conclude Cannarozzo – che interessano tutti gli stabilimenti del gruppo, ma sicuramente non mancheranno le valutazioni anche sulle capacità degli azionisti di questa Società, che con tale decisione, dimostrano una connotazione puramente finanziaria e poco imprenditoriale, ovvero di non voler affatto soffrire in termini di redditività e di guadagno, poiché scaricano la crisi su quei lavoratori che da sempre hanno dimostrato impegno e un alto valore professionale strategico per tutto il distretto, nonché di stravolgere un piano industriale presentato a gennaio di quest’anno con indicazioni e volontà industriali orientate in maniera molto diverse e più costruttive».
In questi giorni negli stabilimenti di Carnago, Gorla, Venegono e Gallarate sono previste assemblee con i lavoratori per decidere quali azioni sindacali attuare, come ridurre l’impatto sociale ed occupazionale, con quali eventuali ammortizzatori e quali impegni e sollecitazioni attuare per politiche di sviluppo all’Alfatherm.
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