Oneri di urbanizzazione gonfiati al centro dell’inchiesta Lolita

Gigi Bossi e Federica Motta di nuovo interrogati dal pm Pirro. Alla presenza degli esperti della Guardia di Finanza di Roma al vaglio oneri di urbanizzazione e i conti di lei

Ancora un interrogatorio per Gigi Bossi e Federica Motta ma questa volta direttamente nell’ufficio del pubblico ministero titolare delle indagini Roberto Pirro. I due protagonisti, in carcere ormai da due mesi, dell’indagine Lo.Li.Ta., dal nome dello studio di architettura di Federica Motta, hanno risposto giovedì alle domande del pm e della Guardia di Finanza di Roma in merito ad alcuni aspetti tecnici ancora da chiarire rispetto ai casi di concussione presunta, che costituiscono il cuore dell’indagine. Il primo ad entrare nell’ufficio del sostituto procuratore è stato l’ex dirigente del settore urbanistico del Comune di Gallarate Luigi Bossi.

Secondo l’avvocato di Gigi Bossi, Tiberio Massironi, il suo cliente avrebbe risposto in modo sereno e diretto alle domande del pool investigativo. I quesiti posti sarebbero finalizzati ad un sostanziale chiarimento in merito alla monetizzazione degli oneri di urbanizzazione dell’Expert di Gallarate e di altre opere realizzate negli ultimi anni; alcune cifre, risultate dai documenti in possesso della Procura, non sarebbero state ricollocate oltre ad essere decisamente sproporzionate rispetto alla normale prassi. Al vaglio anche particolari riguardanti progetti affidati alla sua compagna Federica Motta da alcuni imprenditori che avrebbero accettato la sua partecipazione a vario titolo pur di vedere velocizzate o non ostacolate le proprie pratiche edilizie.

Dall’area ex-Cantoni a quella delle Canossiane sono stati approfonditi, anche con Federica Motta, il ruolo della donna come architetto sempre presente in ogni progetto e alcuni trasferimenti monetari "difficilmente giustificabili" sui conti della stessa. Federica Motta è stata ascoltata nel pomeriggio e l’interrogatorio, durato quasi 4 ore, ha approfondito proprio la parte riguardante i conti correnti a lei intestati. Grazie al lavoro svolto dalla Guardia di Finanza di Roma si è riusciti a ricostruire i movimenti bancari sospetti. Gli avvocati Cristian Bossi e Nadia Calcaterra, dello studio Cicorella, hanno precisato che la loro assistita non ha commesso alcun reato e la presenza del suo nome nei progetti al vaglio dell’ufficio urbanistica di Gallarate era dovuto alla sua alta professionalità.

In conclusione i due continuano a difendersi sostenendo di non aver commesso alcun illecito. Riguardo alla possibilità degli arresti domiciliari, comunque, sia gli avvocati che il pm non si sono espressi sull’argomento rinviando il tutto ai prossimi giorni. L’udienza del tribunale del riesame al quale si sono appellati i legali per ottenere la scarcerazione, comunque, è fissata al 10 settembre. 

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Pubblicato il 31 Luglio 2008
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