Sarà operativo dal 2009 il terminal di Sacconago
Finanziato con dieci milioni di Euro, sarà il secondo punto di interscambio gomma-ferro nella nostra provincia, affiancando quello Hupac di Gallarate/Busto Arsizio
Sarà operativo dal 2009 il terminal intermodale di Sacconago, futuro punto di interscambio delle merci dal trasporto su gomma a quello su ferro, finanziato con dieci milioni di Euro dalla Regione Lombardia. L’annuncio è stato dato dall’assessore alle infrastrutture della Regione Lombardia nel corso di un convegno dedicato alla “Logistica nel nord-ovest”.
I lavori sono iniziati nell’estate scorsa e sono a buon punto, l’impianto sarà operativo nel 2009: quello di Sacconago sarà il primo terminal intermodale sulla rete delle Ferrovie Nord, che fino ad oggi si sono dedicate prevalentemente al traffico passeggeri, in particolare a quello pendolare. Qui giungeranno i mezzi pesanti provenienti (o diretti) alle aziende varesine e dell’alto milanese e qui avverrà il trasbordo di container e casse mobili dagli autocarri ai treni merci che partiranno verso i Paesi esteri e i porti italiani. Una occasione di sviluppo economico, ma anche di potenziamento del trasporto delle merci su ferro, ancora oggi attestato a livelli ben lontani da quelli degli altri Paesi europei. Lo scalo di Sacconago – posto sulla linea Saronno-Novara delle FNM – sarà il secondo impianto di interscambio della provincia, che andrà ad affiancare il terminal Hupac di Busto Arsizio-Gallarate, potenziato due anni fa.
«L’azione di interscambio – ha spiegato l’assessore Cattaneo – si deve necessariamente incrociare con un’azione di potenziamento più a lungo termine tendente alla razionalizzazione e alla specializzazione della rete ferroviaria rispetto alla tipologia di traffico, attraverso le cosiddette linee di gronda merci». Una di queste tratte di “circonvallazione” dei nodi principali è la Gronda Nord ferroviaria che aggirerà Milano a settentrione, partendo da Bergamo e arrivando fino a Novara, passando per Seregno, Saronno e, appunto, Sacconago. L’impianto sinaghino – dotato di cinque binari, per uno sviluppo complessivo di più di 2,5 km – si trova quindi in una posizione strategica, tanto per i trasporti diretti verso est quanto per quelli diretti a ovest e al porto di Genova: con il trasbordo sui treni, si prevede evitare il traffico su lunghe distanze di 40.000 automezzi pesanti.
Automezzi che, però, dovranno necessariamente arrivare al nuovo scalo, per poter trasbordare i container sui treni merci gestiti ormai da diverse compagnie ferroviarie (oltre a Trenitalia: SBB Cargo, Railion, FNM Cargo e altre). Rimane infatti ancora da risolvere la questione delle infrastrutture viabilistiche di accesso allo scalo, già da tempo al centro delle preoccupazioni di amministratori e, in prospettiva, residenti. L’asse di accesso principale allo scalo dovrebbe essere rappresentato, in futuro, dalla nuova variante della 341 che, staccandosi dall’Autolaghi e dalla Pedemontana nella zona tra Gallarate e Busto, consentirà agli automezzi di arrivare alle porte di Sacconago senza impegnare la viabilità minore. Ma per ora il progetto è ancora in alto mare, la soluzione effettiva da adottare è ancora oggetto di confronto tra gli enti locali.
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