La chiesa varesina si interroga sul futuro degli oratori

L'incontro è previsto per il 10 ottobre alle ore 21 presso la Cripta della parrocchia di Masnago

Il 10 ottobre alle ore 21 presso la Cripta della parrocchia di Masnago ci sarà un incontro dei giovani impegnati nell’ambito della Chiesa, in particolare nella pastorale giovanile. Tema della serata sarà il futuro degli oratori a Varese e nei paesi vicini che compongono il decanato. Punto di partenza è il documento intitolato “Ripensare la pastorale giovanile” presentato nelle settimane scorse dai responsabili di Milano.

In tale documento, in sintesi, si afferma che per proporre alle nuove generazioni ciò che più sta a cuore alla Chiesa, occorre oggi (tra le altre cose) attuare un ripensamento complessivo della distribuzione dei luoghi e delle persone sul territorio. Il documento (che è alla sua quarta bozza) prende le mosse dalla constatazione di alcune difficoltà attuali: la discontinuità della risposta alle proposte formative, il progressivo calo dei sacerdoti, la scarsa disponibilità numerica di laici, la scarsità di tempo a causa dei ritmi odierni di studio e di lavoro, gli aspetti strutturali, amministrativi connessi agli oratori oggi di non semplice gestione.

Enumera poi anche gli aspetti positivi: la disponibilità di non poche persone nelle molteplici attività (catechesi, sport, teatro ecc.), la ricchezza di esperienze ben preparate e ben vissute, la “tenuta” degli oratori estivi, ecc. Queste considerazioni e la complessità dell’attuale situazione chiedono alla Chiesa Ambrosiana di intuire in quale modo muoversi verso il domani (o forse sarebbe meglio dire in quale modo viene a lei chiesto di muoversi verso il domani). Il confronto allargato e prolungato di questi anni a portato a ipotizzare alcune forme nuove di istituzioni che devono ora essere prese in considerazione: si propone di costituire sul territorio le Unità di pastorale giovanile, che sarebbero il nuovo riferimento fondamentale sul territorio.

Gli oratori rimarranno nelle singole parrocchie, guidati sempre più da un direttore laico e non più da un prete. Questione aperta è se e come tale direttore dovrà essere retribuito. Ogni Unità di pastorale giovanile sarà coordinata da un Equipe di pastorale giovanile composta da un Coordinatore, dai direttori di oratorio, e da altri responsabili (ad es. sportivi). È questo, ci pare, il perno attorno al quale dovrà articolarsi la nuova realtà ecclesiale. Infine il progetto prevede la costituzione di Centri Giovanili. Il Centro giovanile potrà essere pensato concretamente come un luogo con una struttura, oppure semplicemente come un coordinamento di proposte educative distribuite sul territorio. Ogni centro giovanile abbia un responsabile. I sacerdoti ridisegneranno il loro compito all’interno dell’Equipe e dei Centri Giovanili.

Sulla carta è già complesso, nella realtà lo sarà certamente di più. Nell’incontro del 10 ottobre, a cui sono invitati tutti coloro che hanno a cuore queste cose, sentiremo quali reazioni suscita tale progetto e faremo qualche ipotesi concreta.
Queste ipotesi rimarranno tali senza la passione e la missione educativa di sacerdoti e laici che decidano di investirci dentro. Pensiamo che sia bello e giusto ricordare sempre i destinatari di questo progetto: i più piccoli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Ottobre 2008
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