Un varesino in testa alla Serie A

Matteo Contini, 28enne di Gemonio, difensore del Napoli da due stagioni in maglia azzurra. "Bello essere in vetta, mi godo il momento sapendo che può durare poco"

«Ghe vureva vün de Gimon, per fa’ nàa ben ul Napoli». Il giorno dopo la vittoria degli azzurri sulla Reggina, sulla piazza e nei bar di Gemonio, gli stessi che talvolta frequenta pure Umberto Bossi con la sua scorta, l’argomento del giorno è forse per la prima volta il Napoli Calcio, di solito confinato tra le chiacchiere di qualche tifoso campano ormai radicato in Valcuvia.
Il motivo è semplice: nella squadra diretta da Edi Reja da due stagioni gioca Matteo Contini (nelle foto da www.sscnapoli.it), roccioso e agile difensore 28enne, nato e cresciuto a Gemonio e ora pretoriano della difesa napoletana. Contini è uno dei pochissimi varesotti oggi in Serie A: con lui ci sono solo Riccardo Colombo del Torino e Michele Ferri del Cagliari. Svezzato al calcio da papà Battista e dal Verbano di Besozzo, Matteo è cresciuto nel vivaio del Milan e a oggi vanta 125 presenze in serie A con 3 gol, in cinque stagioni tra Parma e, appunto, Napoli.

Napoli in testa alla classifica con la sola Udinese. Come vive la città questa situazione imprevista?
«Bella domanda: adesso qui ci chiedono lo scudetto. Non si parla che di calcio e dopo la partita con la Reggina la gente che ci ferma per strada ci chiede di venire a Milano e battere il Milan. C’è festa e fermento».

Da parte sua quali sensazioni prova là in cima, da protagonista?
«Essere in testa alla serie A è bellissimo, non mi era mai successo. Sono contento ma anche consapevole che è solo un momento: le squadre che giocano per lo scudetto sono altre e con il tempo i valori delle diverse rose emergeranno. Mi godo la vetta, ma senza farmi illusioni».

Il prossimo ostacolo si chiama Milan. Che partita giocherete? E lei sarà in campo?
«La formazione non la so ancora. San Siro è lo stadio dove ho esordito in serie A, contro l’Inter (finì 2-2 ndr), ed è bellissimo giocare. Però deciderà Reja, senza problemi. Affrontare il Milan non è facile: ha giocatori che, se ti distrai un istante, non ti lasciano scampo. Comunque non credo che cambieremo il nostro modo di giocare: contropiede e velocità sono già le nostre armi migliori, di certo non scenderemo in campo impauriti».

Lei sta disputando un buon campionato e su Facebook c’è pure un gruppo che la vuole in Nazionale. Visto che qualche suo compagno c’è già stato, lei ci pensa?
«No, non scherziamo. Non ci ho mai pensato e credo che ci siano difensori ben più forti di me che meritano la maglia azzurra. Però mi fa piacere di trovare numerosi fans anche su internet».

A proposito di campioni, com’è la convivenza con giocatori in grande ascesa come Hamsik, Lavezzi o anche Denis?
«Il Napoli di quest’anno è composto da 27 persone, una diversa dall’altra, che fino ad ora hanno capito l’importanza di giocare per un obiettivo comune. I risultati che abbiamo ottenuto lo dimostrano, così come il fatto che anche fuori dal campo ci si frequenti abbastanza. Personalmente mi vedo soprattutto con i ragazzi che non sono ancora sposati, come Gargano o Mannini, oppure i sudamericani».

Riuscirà a venire a casa dopo la partita con il Milan? A Gemonio non si parla che di lei.
«Purtroppo no, rimaniamo in ritiro, dormiamo in albergo assieme e poi torniamo subito a Napoli. Temo che fino a Natale non verrò a casa, ma è un sacrificio che si fa volentieri. Comunque i miei verranno a San Siro a vedere la partita, spero di riuscire a salutarli. Intanto approfitto di VareseNews, così saluto tutti i miei amici che mi seguono da lontano».

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Pubblicato il 30 Ottobre 2008
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