La crisi colpisce duro, tutti i settori pagano dazio

I dati dell'Osservatorio Provinciale di Cgil: oltre 25 mila lavoratori in crisi, quasi 8 mila sono in cassa integrazione ordinaria, 4 mila in cassa integrazione straordinaria, 544 in mobilità e 6 mila precari licenziati

La crisi economica morde. Lo sentiamo ripetere da mesi ed in queste settimane ne abbiamo la riprova ogni giorno con chiusure di aziende, proteste dei lavoratori, appelli delle aziende. L’osservatorio provinciale di Cgil ha tracciato una mappa dei lavoratori impiegati nelle aziende a rischio e il quadro fa rabbrividire: «Ogni giorno arrivano richieste di cassa integrazione ordinaria o straordinaria, anticamera di ristrutturazioni, cessazioni di attività o fallimenti – spiega Franco Stasi, segretario di Cgil Varese -. Tutti i settori sono in difficoltà, sia dell’industria che dell’artigianato». A pagare il prezzo più alto sono i precari, gli stagionali o i lavoratori con contratti interinali: in Lombardia sono già stati lasciati a casa in 180 mila, 6 mila dei quali del Varesotto.  

 

Vediamo categoria per categoria com’è la situazione, tenendo conto che i dati vengono aggiornati di continuo. Nel settore trasporti, complice anche la crisi dell’aeroporto di Malpensa, i dipendenti di aziende in crisi sono 5 mila: 850 usufruiscono di ammortizzatori sociali, di questi 300 sono in cassa integrazione straordinaria e 550 in casso integrazione ordinaria. Nel settore dei cartotecnici e grafici su 558 lavoratori impiegati in aziende in stato di crisi, 359 usufruiscono di ammortizzatori sociali e di questi 371 sono in cassa integrazione ordinaria e 150 in cassa integrazione straordinaria. Nel ramo degli alimentaristi su 1143 lavoratori in aziende che pagano la crisi, 122 usufruiscono di ammortizzatori sociali, 57 dei quali in cassa integrazione ordinaria, mentre 65 sono in mobilità; il dato si fa più pensante se si contano i 415 lavoratori stagionali lasciati a casa. Anche i chimici per la prima volta pagano dazio alla congiuntura economica negativa: su un totale di 6424 lavoratori in aziende in crisi, 3473 godono di ammortizzatori sociali, dei quali 61 in cassa integrazione straordinaria, 2911 in cassa integrazione ordinaria e 246 in mobilità. Per i tessili la situazione è grave: su 3813 lavoratori in aziende in difficoltà, 3357 godono di ammortizzatori sociali, 100 dei quali sono in cassa integrazione ordinaria, i restanti 3352 sono in cassa integrazione straordinaria o in deroga. Altro settore martoriato quello dei metalmeccanici: i lavoratori in aziende in crisi sono 8984, 4540 godono di ammortizzatori sociali, 233 sono in mobilità, 3984 in cassa integrazione ordinaria e 173 in cassa integrazione straordinaria. Non va meglio nell’edilizia, dove c’è un rallentamento globale nelle vendite che provoca danni anche a tutto l’indotto: nel Nord della provincia alcune imprese (una ventina) hanno già chiuso o chiuderanno, con centinaia di addetti coinvolti, mentre a Sud la situazione è di stallo a causa della neve che ha forzatamente portato alla chiusura di numerosi cantieri; la sensazione del sindacato è che in molti siano però in difficoltà economica soprattutto per la difficoltà di accedere al credito bancario e alcuni pagamenti siano in ritardo. Infine l’artigianato, dove i ricorsi alla solidarietà sono all’ordine del giorno e la situazione è per molti versi drammatica.  

 

«Ci sono anche aziende che hanno commesse nel medio lungo periodo e quindi non sentono la crisi, almeno al momento – spiega ancora Stasi -. Noi abbiamo lanciato l’allarme lo scorso settembre a Legnano e poi il 12 dicembre con lo sciopero generale nazionale. Occorrono interventi sugli ammortizzatori sociali, ma anche su redditi e pensioni. Anche i nostri pensionati sentono la crisi e sono in difficoltà e purtroppo nel 2009 non si preannuncia nulla di buono. Il segnale della Camera di Commercio che ha stanziato 3 milioni di euro per il fondo anti crisi è un bel segnale, ma servono maggiori interventi sul credito e sui redditi. Si potrebbe cominciare abbassando le tariffe e diminuendo i costi dell’energia».  

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Pubblicato il 14 Gennaio 2009
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