Politica e sindacati
Intervento del senatore varesino del Pd Paolo Rossi
Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del senatore del Pd Paolo Rossi
È chiaro che, nel far politica, il valore inalienabile dell’autonomia delle parti sociali e dei corpi intermedi, costituisca non una conseguenza ma un presupposto. Non è fra i compiti della politica, e tanto meno dei partiti, schierarsi con questo o con quel sindacato: è tramontato, cioè, il periodo del cosiddetto «collateralismo organico» e della «cinghia di trasmissione», fenomeni che tuttavia, in passato, hanno avuto una loro ragion d’essere.
Possibili sinergie fra la politica e il mondo sindacale non devono essere considerate infrazioni a un codice comportamentale, costituendo ancora un atteggiamento comprensibile e talvolta opportuno, anche se, a stretto rigore, entrare direttamente in una materia oggetto di contrattazione fra le parti significa ledere l’autonomia del sindacato. Non è condivisibile, pertanto, in questa fase, un’azione di governo tesa quant’altri mai, più che sui contenuti, a voler dividere le forze sindacali.
Si possono avere opinioni distinte, anche se, in questo momento è prioritario cercare di far prevalere la logica di un sindacato non fisiologicamente conflittuale: capace di essere partecipe, senza ovviamente stravolgere il proprio ruolo e pur senza essere associato, alla gestione economica del Paese. Non sarà inutile ribadire che l’economia sociale di mercato è cosa diversa dagli eccessi di un vero e proprio "liberismo mercantile": quest’ultimo accordo ha, io credo, alcuni aspetti condivisibili a fronte di altri che non lo sono.
Non occorre essere esperti in materia per capire che oggi più che mai è necessario porsi seriamente il problema della contrattazione territoriale: un’opzione che non deve tradursi nelle ascisse e ordinate delle «griglie salariali», anticaglia d’ordine ideologico e strumento ormai desueto, ma nel considerare possibilità e opportunità migliorative, da un punto di vista economico, che un’area o una zona ricca di aziende e con un sistema delle imprese intensamente strutturato può offrire per recuperare potere d’acquisto rispetto al costo della vita.
Proprio riguardo a una logica di "Welfare territoriale" credo che, da un punto di vista integrativo, un maggiore e migliore investimento anche sugli enti bilaterali, che vedono la partecipazione attiva dei datori e dei lavoratori, possa rappresentare la giusta scelta da perseguire e, nei fatti, un prezioso elemento di spinta in un frangente particolarmente confuso e delicato qual è quello che stiamo attraversando. Mi sembra opportuno, altresì, in tale contesto sottolineare la posizione, francamente non scontata, del segretario Veltroni: quella cioè di una vicendevole capacità di includere, sia da parte della CGIL sia da parte del PD, senza barriere pregiudiziali e in favore di un dialogo aperto su cui non gravi l’ombra degli assenti giustificati.
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