Una serata in ricordo di Eugenio Curiel

Il giovane leader della Resistenza, la cui lapide è stata vandalizzata in questi giorni, sarà commemorato giovedì 25 febbraio alle 21 in un incontro indetto dal Comitato antifascista. Si raccolgono firme contro la proposta di legge che equipara ex partigiani ed ex fascisti di Salò

Nel 65° anniversario della morte, il Comitato Antifascista di Busto Arsizio ricorderà la figura di Eugenio Curiel, ebreo e patriota italiano, figura di pensatore comunista impegnato nella Resistenza al nazifascismo, la cui lapide è stata vandalizzata ieri in segno di spregio da parte di ignoti. Leader del Fronte della gioventù e teorico della democrazia progressiva, Curiel fu assassinato per strada da militi di Salò il 24 febbraio 1945, a Milano, dopo essere stato riconosciuto da un delatore.

Mercoledì 25 febbraio 2009 alle ore 21,00, presso la Sala Conferenze di Villa Tovaglieri (Via Volta 11/bis – Busto Arsizio) si terrà una serata dal titolo "La Resistenza non conosce crisi" e dedicata alla sua memoria.
Interveranno:
• Cosimo Cerardi (Comitato Antifascista Busto A.)
• Bianca Pividori (A.N.P.I. Porta Magenta-Milano)
• Angelo Chiesa (Presidente provinciale A.N.P.I.)
• Gianluigi Ceriotti (Presidente cittadino A.N.P.I.)

Durante la serata verranno raccolte le firme per la petizione “la Storia ci fa diversi”, contro la proposta di legge n. 1360 volta ad equiparare i partigiani con i combattenti della Repubblica di Salò. "Invitiamo i cittadini a partecipare a questa discussione che non è fatto accademico culturale riservato a intellettuali o politici: si parlerà di libertà, di democrazia, di diritti, di tutti noi, in generale ma anche con risvolti che interessano specificatamente i cittadini di Busto Arsizio oggi" scrivono gli organizzatori.

La serata su Eugenio Curiel è volta a ripercorrere l’esperienza di una delle figure
più propositive della vicenda resistenziale italiana. Così scrive il comitato antifascista:
"La sua idea di ‘democrazia progressiva’ segnava la chiusura dei conti con il fascismo e proponeva il tema attualissimo del rapporto tra democrazia sostanziale e democrazia formale, rapporto con il quale ci si doveva subito confrontare per evitare quello che Curiel, con lungimiranza, temeva e che purtroppo oggi constatiamo: lo svuotamento del concetto di democrazia stessa, la Carta Costituzionale ridotta a simulacro di quel riferimento di tutela e garanzia per i singoli cittadini di fronte agli abusi del potere costituito, ancorche’ formalmente legittimato da un voto popolare.
L’iniziativa su Eugenio Curiel propone di rivisitare le argomentazioni teoriche e politiche che hanno dato vita agli organismi e associazioni della lotta resistenziale, e, nel caso dell’antifascista triestino, la creazione del Fronte della Gioventù come strumento di lotta dei giovani comunisti e socialisti nell’Alta Italia e quindi anche a Busto Arsizio. Il Fronte della Gioventù così pensato e organizzato da Curiel aveva
il compito di preparare i giovani antifascisti della sinistra non con generiche parole d’ordine antifasciste, ma alla determinazione di obbiettivi che dovevano essere in grado di legare la lotta per la democrazia a forme di governo di massa, come momento fondamentale per la nascita di una nuova forma statuale autenticamente democratica.
Il Fronte della Gioventu’ non era, quindi, un semplice agglomerato di militanti antifascisti, ma il luogo in cui si doveva elaborare il progetto delle nuove forme di partecipazione e controllo popolare sul funzionamento del nuovo stato che sarebbe sorto dalla lotta di liberazione nazionale".

Il comitato polemizza poi sul fatto che a Busto Arsizio è esistito per molti anni un "Fronte della Gioventù" di destra radicale, ben diverso quindi dalla formazione resistenziale a guida comunista a dispetto del nome. Il comitato antifascista non risparmia un affondo contro Comunità Giovanile sulla vicenda della Fondazione Blini, il previsto centro culturale di aggregazione giovanile di cui l’associaizone dovrebbe essere colonna portante. Si scrive che Giovanni Blini, tra i suoi fondatori e cui è stata dedicata la Fondazione, fu a Busto Arsizio a capo di quel Fronte della Gioventù legato all’MSI; nè si accetta, con queste premesse, che la Fondazione stessa debba avere sede proprio presso le scuole di Piazza Trento Trieste, che furono luogo di incarcerazione e di tortura dei resistenti bustocchi durante la Guerra di Liberazione.

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Pubblicato il 24 Febbraio 2009
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