È morto Olimpio Zingaro: “Se ne va un punto di riferimento”

Il quasi novantatreenne ex amministratore socialdemocratico e poi figura di spicco di Forza Italia se ne è andato lo scorso 11 marzo

«Gallarate perde un punto di riferimento». Così Nino Caianiello, leader di Forza Italia in provincia di Varese, ricorda Olimpio Zingaro, 93 anni da compiere oggi, 13 marzo, scomparso lo scorso mercoledì 11 marzo. Zingaro, industriale tessile, fondatore e amministratore di una nota ditta di ricami di Gallarate, per anni punto di riferimento per gli amministratori e i politici di Forza Italia, partito al quale è stato iscritto fin dalla fondazione del movimento e del quale è stato anche responsabile “senior”: «Eravamo molto legati – ricorda Caianiello -, mi ha sempre sostenuto nella mia attività politica. Per Gallarate è stata una risorsa fondamentale, grazie ai suoi contatti con la politica che contava ha permesso alle amministrazioni allora in carica la costruzione, solo per fare due esempi, della piscina della Moriggia e del ponte della Mornera. Fu lui che nel lontano 1997 mi segnalò Massimo Bossi, attuale assessore a Gallarate e segretario cittadino di Forza Italia. Negli ultimi due mandati di amministrazione ha dato una grossa mano per la stesura del programma elettorale». Zingaro, una vita passata tra azienda e amministrazione comunale (è stato consigliere e assessore per quindici anni, a cavallo tra Anni Settanta e Ottanta nelle liste dei socialdemocratici), fece capolino sulle prime pagine dei giornali nel 2004, quando decise lo sfratto, poi eseguito dal Comune gallaratese, degli islamici dal centro di via Peschiera, stabile di proprietà dello stesso Zingaro che in quel luogo voleva costruire una palazzina di sei piani con 24 appartamenti. L’imprenditore nel 1996 affittò l’ ex sede della sua fabbrica tessile alla comunità musulmana in cambio di 15 milioni di lire, salvo poi cambiare idea dopo pochi anni in seguito agli attentati alle Torri Gemelle, ai conseguenti presunti legami di alcuni esponenti della comunità islamica gallaratese a frange estremistiche e ai sopralluoghi dell’Asl e del Comune che ne sancirono la chiusura definitiva. Nicola Mucci, sindaco di Gallarate, lo ricorda come «un uomo molto attivo, con il pallino dei lavori pubblici – spiega il primo cittadino -. Ci spronava sempre a realizzare le infrastrutture necessarie allo sviluppo della città». L’ultima parola al suo "figlioccio" politico, Massimo Bossi, che Zingaro chiamava amichevolmente “brav fioeu”: «Era un grand’uomo e un grande politico – ricorda Bossi -. Fu lui a promuovere e a trovare i finanziamenti pubblici per la realizzazione del sovrappasso della Mornera. Fino all’ultimo è stato molto presente sulla scena amministrativa della città. Ricordo che quando era assessore allo Sport ci concesse il campo delle Azalee appena realizzato per giocare a pallone. L’ultima volta che parlammo mi disse che era necessario realizzare la quarta corsia sul ponte della Mornera e la tangenziale nord est per la viabilità cittadina. Ci mancherà». I funerali si terranno venerdì 13 marzo alle 14 nella chiesa di Sciarè.

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Pubblicato il 13 Marzo 2009
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