Ebraismo e sanità: accordo raggiunto
Pasti kasher e assistenza religiosa personalizzata: illustrati dall'assessore alla sanità Bresciani e dal presidente della comunità ebraica di Milano Soued i contenuti dell'accordo siglato in Regione Lombardia
Una sanità a misura di paziente religioso, per i cattolici ricoverati, non è una novità. Da oggi però sarà una certezza anche per i pazienti di religione ebraica che vengono ricoverati in Lombardia, dopo l’accordo sottoscritto l’11 marzo 2009 dall’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, e dal presidente della Comunità ebraica di Milano, Leone Soued.
«L’accordo – ha spiegato Bresciani – prevede innanzitutto che Regione Lombardia sensibilizzi le Aziende Sanitarie e le strutture di ricovero e cura lombarde perché possa essere effettuato un servizio di assistenza religiosa e spirituale ai degenti ebrei (e ai loro familiari)». Tale servizio dovrà essere svolto dai Ministri di culto ebraico nominati in base alle legge che regola i rapporti tra lo Stato italiano e l’Unione delle Comunità ebraiche italiane. La Comunità ebraica di Milano indicherà per ogni struttura uno o più Ministri di culto. Il presidente Soued, che ha assicurato la massima diffusione dei contenuti dell’intesa presso la Comunità ebraica, ha stimato tra 200 e 250 il numero di richieste da gestire in un anno.
Le strutture sanitarie potranno inoltre offrire la possibilità ai pazienti ebrei di ricevere pasti kasher prodotti da servizi facenti capo alla Comunità ebraica che rispettino le normative igienico alimentari HACCPP. Sarà compito di ciascuna struttura stipulare accordi specifici in questo senso e indicare nella
propria carta dei servizi questa opportunità. Compatibilmente con la disponibilità di spazi adeguati, le
strutture sanitarie individueranno luoghi da adibire a funzioni religiose ebraiche di preghiera collettiva o alla veglia dei defunti. Nell’ambito dei percorsi formativi di umanizzazione, potranno essere inoltre messe a disposizione anche nozioni specifiche sull’assistenza ai pazienti ebrei.
«L’attuazione dell’accordo – ha aggiunto Bresciani – non comporta alcun onere finanziario per la Regione o per le strutture di ricovero e cura. Eventuali costi saranno a carico della Comunità ebraica».
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