La Varese galleggiante nella guerra di Lissia
La Marina militare italiana aveva chiamato la sua più temibile punta di attacco durante la Terza Guerra d'Indipendenza nella battaglia di Lissa con il nome del nostro capoluogo
La Varese città e la Varese nave da guerra. Avevano senza dubbio uno skyline molto diverso: rasserenante la città giardino e terrificante l’incrociatore corazzato di metà ‘800. Entrambi però hanno condiviso lo stesso nome: Varese. Proprio con il nome del nostro capoluogo la Marina militare italiana aveva infatti chiamato la sua più temibile punta di attacco durante la Terza Guerra d’Indipendenza nella battaglia di Lissa.
Entrambe sono state quindi circondate dalle acque: quelle poetiche dei laghi la Varese città, e quelle dei mari insidiosi del Mediterraneo la temibile nave da guerra.
La nave è stata voluta da Cavour alla nascita del nuovo regno d’Italia ed è stata calata in acqua in un contesto storico molto delicato: la guerra contro l’Austria. Presidente del consiglio era il barone Bettino Ricasoli, ministro della Marina Agostino Depretis. Comandante della flotta, l’ammiraglio conte Carlo Pellion di Persano, colui che riceve l’ ordine di "sbarazzare l’Adriatico dalle forze nemiche". Obiettivo la conquista dei territori ancora nelle mani dell’Impero asburgico.
Le operazioni iniziano all’alba del 18 luglio del 1866. Alle 7.50 di due giorni dopo, l’Esploratore avvista la flotta austriaca. In testa c’è la nostra Varese. Lo scontro, però, non fu dei più fortunati: la flotta austriaca registrò 38 morti,138 feriti, e nessuna unità persa, mentre quella italiana dovette sopportare il pesante bilancio di 620 morti, 161 feriti e l’affondamento di due unità corazzate.
La storia dell’incrociatore corazzato Varese non finì però con quella battaglia. 33 anni dopo al cantiere Orlando di Livorno ne venne commissionata un’altra che entrò in servizio, sempre con nome Varese, il 5 aprile 1901 solcando i mari di Algeri e Barcellona per alcune brevi missioni. Il servizio più importante lo prestò durante la prima guerra mondiale quando fu dislocato nell’Adriatico. Li, al comando del capitano di vascello Salinardi, partecipò soprattutto ad azioni di bombardamento costiero e di vigilanza locale.
Terminata la grande guerra, dal 1920 al 1922 venne impiegato come Nave Scuola per gli allievi dell’Accademia Navale, dopodiché venne posto in disarmo e radiato il 4 gennaio 1923.
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