All’ospedale è tregua. “Il futuro è delle menti libere”

Il dibattito culturale ospitato da Varesenews sulla qualità delle prestazioni e dell'organizzazione sta ricevendo molti contributi. Un dibattito che vede coinvolto anche il direttore Bergamaschi

L’ospedale di Varese? Un paziente critico ma con buone possibilità di guarire.
L’ennesimo confronto tra la direzione generale dell’azienda ospedaliera e il direttore Walter Bergamaschi con i dipendenti e gli utenti ha fatto emergere il grande interesse ma anche l’attaccamento verso il Circolo e gli altri ospedali aziendali da parte del territorio. Circa una sessantina i commenti alla replica del direttore verso le critiche mosse da alcuni dipendenti: «Ritengo che i commenti siano di due tipi – riflette il dottor Bergamaschi – i pazienti e i volontari, che usano l’ospedale e che mostrano apprezzamento e preoccupazione per le sorti future di questo servizio, e i dipendenti che lasciano trasparire un’amarezza e un disagio importanti. Davanti a questo duplice atteggiamento trarrei una prima riflessione: i dipendenti, nonostante i malumori e le critiche verso il sistema, lavorano con una tale serietà e professionalità che gli utenti non solo non ne risentono ma mostrano preoccupazione affinché la qualità di oggi non vada perduta. Da questa situazione sono convinto che si possa e si debba ripartire per risolvere i problemi».
 
Il dibattito culturale innescato da Varesenews sta producendo qualche risultato: « Ho notato qualche appunto per un servizio mancato o un disservizio da parte degli utenti e questo è importante per poter rendere efficiente una macchina complessa come quest’azienda che conta 4.000 dipendenti. D’altra parte, però, sono convinto che i lavoratori che oggi si lamentano senza dare soluzioni possibili, siano ugualmente sensibili all’argomento e interessati ad un confronto costruttivo».
 
Mugugni, dicevamo, spesso coperti dall’anonimato per paura della famosa censura aziendale: « È vero – ammette il direttore – ho diramato una circolare, nei primissimi giorni del mio mandato, per regolamentare la comunicazione verso l’esterno. Non mi sembra che ci siano state pesanti ripercussioni verso chi l’ha violata in passato. È semplicemente una questione di metodo: sono convinto che un problema possa essere risolto tra le parti, con una collaborazione reciproca. La denuncia pubblica porta, inevitabilmente, a un irrigidimento delle posizioni e al blocco de dialogo».
 
Tra i punti dolenti denunciati più volte dai “non allineati” c’è proprio il sistema premiante dell’appartenenza a questo o a quel partito politico piuttosto che all’università: «Quest’ospedale sconta la giovane età della parte accademica – commenta Bergamaschi – . L’arrivo degli universitari ha portato a una rivisitazione degli equilibri interni. Oggi, però, possiamo dire che la situazione si è stabilizzata. Si è trovato un equilibrio tra le diverse componenti e su questo si deve iniziare a lavorare. Si deve voltare pagina, guardare al domani senza rimanere legati ad un passato contrastato che non c’è più. Il futuro va costruito, con menti libere e volontà innovative».
 
Ma se nella parte medica i nuovi equilibri possono indurre a voltar pagina, nel comparto, tra infermieri tecnici, l’insoddisfazione può avere ripercussioni più difficili da gestire: «Vorrei ma non posso parlare e discutere con ognuno dei 4.000 dipendenti. Mi dispiace vedere che c’è molta rassegnazione. Da quest’anno abbiamo avviato incontri con il personale infermieristico, con le caposala. Dal primo confronto sono già emersi spunti di lavoro decisamente positivi. Chiaramente, e qui mi riferisco al tema dei master, io ritengo che la professionalità non si misuri sui titoli o sulle qualifiche ma anche sull’esperienza maturata sul campo. Finchè la legge non pone paletti vincolanti, io non mi limiterò al semplice titolo ma premierò la professionalità e l’impegno. Proprio la scorsa settimana abbiamo concordato con i sindacati degli incentivi da riconoscere alle strumentiste, figure necessarie per le sale chirurgiche e che si erano ridotte impedendo la normale attività del blocco operatorio. Una rivisitazione al rialzo della quota oraria verrà anche riconosciuta agli infermieri dello screening mammografico. Da due anni ci sono continue assunzioni nel comparto: tra gli infermieri c’è un elevato turn over, ma la nostra attenzione sul tema è elevata».
Piccoli ma importanti passi, dunque, per ridare fiducia. La direzione dell’azienda ospedaliera è pronta al confronto, con chiunque avrà voglia di costruire.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Aprile 2009
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