Martini: “L’Europa è decadente e i musulmani sono un muro”
ll cardinale è intervenuto alla tre giorni di festeggiamenti in onore di monsignor Emilio Patriarca ordinato vescovo della diocesi di Monze (Zambia) dieci anni fa. «La chiesa deve essere più aperta»

L’inizio promette bene. Il giornalista Fabio Pizzul, chiamato a moderare l’incontro, fatica non poco con i microfoni che non ne vogliono sapere di funzionare. Sua eminenza non si scompone e partendo da sant’Ignazio di Loyola e la dottrina del distacco dai beni materiali arriva fino all’etica condivisa propugnata Enzo Bianchi, padre priore della comunità di Bose. «Siamo molto più in là della tolleranza – continua il cardinale – perché bisogna chiedere che ciascuno faccia una parte di cammino nel vangelo».
Monsignor Patriarca, pur essendo stato ordinato vescovo dieci anni fa proprio da Martini, del suo mentore ha la caparbietà degli obiettivi, ma non l’indole. Il vescovo di Monze ha lo sguardo candido e i suoi pensieri sono sempre in Zambia. «A volte chiedo ai bambini se vogliono bene a Gesù – racconta il Patriarca-. Mi rispondono sempre di sì e che gliene vogliono tanto. Sono sinceri, non barano perché dove c’è la fatica c’è un’immediata risposta. L’annuncio del vangelo deve essere integrato come lievito nella pasta».
La fede è come il coraggio, chi non ce l’ha non se la puo’ dare. Il cardinal Martini, però, ci mette una bella pezza, citando Norberto Bobbio a difesa dei non credenti: «L’importante è che siate pensanti». «In Africa – replica Patriarca – è difficile trovare uno che dica “Dio non c’è”».
Il punto cruciale è il confronto tra civiltà: quella europea è decadente, vecchia, incapace di decidere per la vita, all’inseguimento di modelli televisivi che puntano al successo e al guadagno; quella africana, dove i giovani sono tanti e con molto desiderio di vivere, è aperta, spontanea anche se molto vulnerabile per il futuro incerto a causa dell’Aids e della mancanza di lavoro. Allora il ruolo dell’istituzione chiesa diventa cruciale in tutti e due i contesti, anche se Martini invoca più misericordia e più apertura da parte dei vertici di San Pietro e un rapporto realistico tra scienza e fede: «La chiesa è indietro. È rimasta a san Tommaso e Aristotele».
Lo stop alla conversazione lo decidono un tuono e la pillola che il cardinale deve prendere ogni tre ore. Martini alza lo sguardo e, abbracciando monsignor Patriarca, indica il cielo con un dito.
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