Gli avvocati di Zoppo: “Eccessivo il carcere”
Così i legali che difendono l'ex patron della Pro Patria, accusato di bancarotta fraudolenta, dopo l'ordinanza di custodia in carcere
Un provvedimento «eccessivo», quando ci si sarebbe attesi piuttosto gli arresti domiciliari. Così i legali di Giuseppe Zoppo, avvocati Angelo Colucci e Francesco Vitale, commentano l’arresto con custodia in carcere del loro assistito, accusato di bancarotta fraudolenta per il clamoroso crack della Pro Patria, squadra da lui acquisita la scorsa estate, ricostruita e portata a ottimi successi sul campo ma pure al fallimento in tribunale.
Il lavoro della Guardia di Finanza, lungo e metodico, è stato portato a termine rilevando vasti ammanchi dai conti societari, imputati dal pm Baraldo a distrazioni di fondi effettuate dallo stesso Zoppo. «La cifra non sarebbe neanche eccessiva se comparata ad altri casi consimili» rilevano gli avvocati che iniziano la loro partita, è il caso di dirlo, con un catenaccio a quadrupla mandata. Insomma: s’è visto di peggio, è la tesi. Che non consolerà una tifoseria ancora inferocita per il mancato pagamento dei giocatori, per l’umiliazione del fallimento e il rischio non ancora del tutto sventato di sprofondare. «A Milano non lo avrebbero arrestato» dicono i legali: Procura che vai, sistemi che trovi. Il sostituto procuratore Baraldo, riferiscono i legali in attesa di avere un quadro più preciso, avrebbe optato per la detenzione citando un rischio di reiterazione del reato che proprio non riescono a vedere.
Domani, venerdì, l’arrestato sarà con ogni probabilità sentito dal giudice per le indagini preliminari: gli avvocati stanno studiando le carte e valutando l’opportunità di scegliere una linea piuttosto che l’altra: il caso è difficile, gli elementi in mano all’accusa piuttosto pesanti. Zoppo potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere.
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