Un “Paradiso Buio” per narrare l’incanto della storia del cinema
Spettacolo di e con Enzo Valeri Peruta venerdì 15 maggio alle 21 al Teatro del Popolo di Gallarate
Il Teatro del Popolo di via Palestro 5 a Gallarate si trasforma in un “Paradiso Buio” venerdì 15 maggio alle 21.00 con la collaborazione della Fondazione Culturale alla proposta organizzata dal Sistema Bibliotecario Panizzi e raccolta nel progetto “Ciak si gira”, inserito nell’evento regionale “Fai il pieno di cultura 2009” che, promosso dall’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, ha anche il patrocinio della Provincia di Varese.
Al teatro del Popolo va infatti in scena la prima delle tre proposte in programma, con lo spettacolo “Paradiso Buio” che la Compagnia Teatrale La Pulce, grazie all’interpretazione del giovane e abilissimo attore Enzo Valeri Peruta (che ne è anche autore), porta sul palcoscenico con la regia di Roberto Anglisani e le musiche di Pierangelo Frugnoli.
Ispirato al libro “Buio in sala” dello storico e critico cinematografico Gian Piero Brunetta (edito nel 1989 da Marsilio e vincitore del premio Efebo d’Oro ad Agrigento nel 1990), “Paradiso Buio” è un monologo sul cinema in grado di evocare i sapori, le sensazioni, le lacrime e i sorrisi di una storia lunga un secolo, di cent’anni di passioni degli spettatori cinematografici.
È la storia del nostro paese vissuta davanti al grande schermo, attraverso sei racconti ispirati a testi di autori eccellenti, da Parise a Tadini, da Sciascia a Rigoni Stern, da Fellini a Bianciardi a Benni, articoli di critici ed esperti, ma anche testimonianze di gente qualunque.
Ed ecco allora passare davanti agli occhi i primi cinematografi ambulanti a Milano e i ragazzini al cinema di paesini degli Anni ’20, la compagnia del loggione di un cinema siciliano, ma anche il sabato “a luci rosse” nell’Emilia del Dopoguerra, l’impegno sociale di un cineclub della Maremma e il modernissimo e anonimo multiplex.
«L’idea di questo spettacolo – spiega Enzo Valeri Peruta – è nata leggendo un testo di Stefano Benni che viene anche utilizzato in una delle storie raccontate sul palcoscenico. Mettendolo in scena è nata la curiosità sempre più forte di trovare altri testi che mettessero in luce l’importanza della sala cinematografica come luogo di aggregazione, di sogno, di evasione, di quel rito collettivo, insomma, che mi ha affascinato fin da quando ero piccolo, quando vivevo quella bella sensazione di entrare in una sala buia che portava in una realtà “virtuale”. Da qui è partita la ricerca bibliografica che potesse trovare testi non tecnici, ma che parlassero del cinema visto dalla gente». E il saggio di Gian Piero Brunetta si è ben prestato a questo lavoro, “suggerendo” ricerche di fonti che hanno portato Enzo Valeri Peruta a creare, accanto a quello da Benni, altri cinque racconti che sono un excurus storico e geografico sul cinema, per ricordare come eravamo, per rivivere le magiche atmosfere di altri tempi.
Dalla storia della famiglia Liuzzi, padre, madre, figli e nonno, che nel 1903 portavano a Milano uno dei primi cinematografi ambulanti fino all’incredibile storia vissuta da Giacomo e dai suoi amici al cinema “Eden” di Asiago che, ispirandosi a Rigoni Stern e a Marco Ferreri, riporta in una sala degli Anni ’20 un bambino che rivende bossoli e pezzi di metallo trovati sull’altipiano per potersi pagare la domenica al cinema. Lì c’è tutto: l’uomo con il megafono che legge i sottotitoli del film muto a chi non sa leggere, ma, soprattutto, l’immedesimazione dei bambini in una lotta con il cow boy del grande schermo. E poi la distribuzione per classi sociali in un cinema siciliano negli Anni ’30, con liti tra la platea e il loggione che si fermano con un pianto collettivo per l’emozione provata davanti a un film “del silenzio”, come diceva Sciascia, e il sabato con il film a luci rosse narrato da Benni. E ancora, ricordando Bianciardi, la storia del collettivo culturale toscano dove il cinema diventa impegno anche politico per finire a quella che Enzo Valeri Peruta ricorda come una sua sensazione autobiografica: quello che ha provato in una sala multiplex, dove non ha più trovato “l’energia degli spettatori” che ricordava anni fa.
È tutto raccolto in un’ora e mezzo di spettacolo che scorre veloce come i fotogrammi. E che sicuramente risucirà a commuovere e a divertire come succedeva in quelle sale cinematografiche che hanno fatto la storia del nostro paese e che hanno contribuito a creare la nostra cultura.
L’ingresso alla serata del 15 maggio è libero.
Le proposte raccolte sotto il titolo complessivo “Ciak si gira” vedono anche la collaborazione del Comune di Gallarate, Ferno e Lonate Pozzolo e prevedono alla biblioteca di Lonate Pozzolo sabato 16 maggio alle 10.00 un laboratorio per bambini e ragazzi con l’attore e narratore Francesco Mastrandrea, “Da piccolo sognavo un film”, su prenotazione obbligatoria, alla scoperta del cinema e dei suoi mestieri, e lunedì 18 maggio alle 21.00 nella sala consiliare di Ferno la presentazione del libro “Varese Hollywood” (Macchione Editore) dei giornalisti Diego Pisati e Francesca Gambarini alla presenza degli autori.
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